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Gaetano Basile, nato a Palermo il 16 novembre 1937, giornalista free lance con collaborazioni con Il Mattino, La Sicilia, Oggi Sicilia, Eques, Tutto Equitazione, Cavallo Magazine; cura delle rubriche fisse sul Giornale di Sicilia (Viva Palermo), su Kagome di Tokyo (Rivista di cucina italiana) e ACCI di Tokyo (Giornale dell’Ass. Cuochi Cucina Italiana). Direttore di “Il Pitré” (Quaderni del Museo Etnografico Pitré Palermo) e di “Babbalà” (Testata giornalistica televisiva regionale). Ha anche collaborato con testate televisive come France 3, Yleisradio Finnish Broad. Co., France Inter, ZDF, Nippon TV, RAI e MEDIASET. Autore di testi teatrali e di pubblicazioni. Fra i riconoscimenti: Targa d’argento UPT (1993), Premio Città di Monreale (1996), Premio Sicilia ’97 dell’Ordine dei Giornalisti Siciliani, Premio Telamone di Agrigento (2000), Premio Trinacria d’argento (2001), Accademico Onorario dell’Accademia Italiana della Cucina (2004), Nomina a componente Commissione Toponomastica Cittadina (2009). Premio dall’Associazione della Stampa Estera in Italia del Gruppo del gusto per la divulgazione (2011).

 

Dal 2006 è Socio Onorario dell'Associazione Spaghettitaliani.

 

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ARANCE DI SICILIA

Articolo inserito il 19/02/2018 alle ore 19.31.43

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L’arancio dei musulmani

Si deve ai musulmani l’introduzione di agrumi importanti per l’economia siciliana come l’arancio amaro e i limoni dolci, le cosiddette lumìe. Ma per vedere sulle mense siciliane l’arancio dolce bisognerà aspettare molti secoli ancora. Solo nel 1487 è segnalata la presenza dell’arancio dolce portato a Palermo dai Portoghesi e detto in siciliano “Portuallo”. Si trovava nel giardino di Federico Abbatellis, parente stretto di quella famiglia che annovera anche Francesco, Mastro Portolano del Regno, al servizio di sua maestà Ferdinando il Cattolico a cui si deve la fondazione dello storico palazzo realizzato da Matteo Carnalivari. Poi i palermitani ci fecero la “Conca d’oro”….

L’arancio è una presenza sporadica e unitaria, quasi un capriccio della nobile e importante famiglia, che non deve avere badato a spese pur di avere quell’albero dalle foglie verde cupo e dai fiori bianchi che inebriano. Prima ancora che diventassero popolari…

... e la battezzarono Arancia Tarocco

Da dove è venuto il nome di “tarocco” dato alla famosa e tanto pregiata arancia chew cresce ai piedi dell’Etna?

Nella lettera che il noto agricoltore della zona, Sebastiano Cucuzza nel 1929 indirizzò al Segretario Generale del P.N.F. Augusto Turati (v. Nuova Sicilia Agricola del gennaio 2004 - pag. 21), in un passaggio così viene spiegata l’origine del nome:

In botanica, almeno per quello che io ne sappia, non esiste questo nome per nessun frutto per nessuna pianta. Avendo però domandato al sig. Denaro Gesualdo, lo scopritore – diciamo così – e propagatore sopraccitato del tarocco, e, mi racconta che una volta, quando questo frutto cominciò ad essere conosciuto, lui, il sig. Denaro, ne mostrava un bel campione e ne rilevava i pregi avanti un crocicchio di contadini uno di costoro, un semplicione, prese tra le mani quel campione ed esclamò: un tarocco! La parola provocò il riso di tutti, ma ebbe fortuna, e da quel momento quell’arancio si chiamò tarocco.

Continua poi il sig. Sebastiano Cucuzza: Che cosa sia il tarocco commercialmente lo dimostra il fatto che mentre al momento (fine ottobre) in Francofonte nessuna vendita si é fatta né di biondo, né di sanguigno, né di mandarini, per cui gli animi dei proprietari sono pieni di ansie, i tarocchi del territorio sono quasi tutti venduti al prezzo delle L. 425 alle 460.

Si tenga conto che le arance in quegli anni si vendevano in base al numero e non in funzione del peso, cioè “a migliaia”.

Una lira nel 1929 equivaleva a circa 0,66 euro di oggi (1.278,34 di vecchie lire).

Spumoni d’arancia

Ingredienti: arance, uova, limone, zucchero, vaniglia, colla di pesce.

Preparazione: fare ammorbidire la colla di pesce in acqua per un quarto d’ora, poi scioglierla scaldandola con un po’ di succo d’arancia e farla raffreddare a temperatura ambiente aggiungendo il succo d’arancia rimanente e quello del limone. Separare i tuorli delle uova dagli albumi e montare questi ultimi a neve. Versare nei tuorli battuti la colla diluita e mescolando rapidamente unire gli albumi a neve. Riempire con la crema uno stampo da budino inumidito e mettere in frigo. Servire ghiacciato.

Insalata di arance

Ingredienti: indivia belga, arance, senape francese, olio, aceto, sale e pepe.

Preparazione: pulire e lavare l’insalata belga e tagliare nel senso della lunghezza. Sbucciare le arance, tagliare la parte esterna della scorza e ricavare delle fettine, far cuocere per pochi minuti nell’acqua. Condire l’insalata con olio, aceto, pepe e sale; unire le fettine di arancia e la senape. Contornare con spicchi di arancia.

Arance caramellate

Pulire con un coltello molto tagliente 4 arance sino a svuotare tutta la parte interna. Preparare al fuoco uno sciroppo di zucchero. Quando lo sciroppo sarà ben spesso immergervi le arance; ritirare dopo pochi minuti e riporre in un piatto. Tagliare le scorze delle arance a fettine e far bollire finché saranno tenere, metterle poi nello sciroppo finché saranno divenute trasparenti. Coprire le arance con le fettine di scorza e una cucchiaiata di sciroppo. Servire freddo.

Arance al forno

Ingredienti: arance, uova, farina, zucchero, bicchierino di liquore all’arancia.

Preparazione: tagliare la parte superiore delle arance, svuotare completamente della polpa e del succo che metterete da parte. Sbattere i tuorli con lo zucchero, finché la crema diventerà bianca e spumosa. Aggiungere la farina, il liquore, la polpa e il succo delle arance e gli albumi montati a neve, sempre mescolando. Riempire le arance e metterle in forno a calore medio per 15 minuti. Servire subito.

Purea di arance

Ingredienti: arance, uova, latte, zucchero, pistacchio tritato, banane, fragole, limone.

Preparazione: grattugiare la scorza delle arance. Fare bollire il latte e unire la scorza. Lasciare in infusione. Mettere i tuorli in una terrina con lo zucchero, mescolare finché il miscuglio diventa bianco e cremoso. Incorporare, sempre mescolando, il latte profumato all’arancia, portare a ebollizione. Venare la crema nella terrina. Aggiungere un pizzico di sale agli albumi e montarli a neve. Poi unire alla crema tiepida. Versare in una coppa, spolverare con il pistacchio e mettere in frigorifero per qualche ora. Sbucciare le banane, tagliare a fette le arance. Mettere la frutta in una insalatiera e spolverare con lo zucchero. Fare raffreddare in frigorifero e servire la macedonia con la purea d’arancia.

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