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Un prodotto lievitato per me rappresenta la massima espressione di quello che posso realizzare.
Questo è il pensiero di Renato Bosco, classe 1967, portiere professionista mancato e pizzaiolo "per caso" anche lui, come spesso accade in questa professione. Renato inizia a lavorare in pizzeria a quindici anni come cameriere, poi si trova a dover sostituire per un certo periodo di tempo il pizzaiolo ufficiale del locale, bloccato a casa per malattia. Così nasce la sua passione per un mestiere che, dopo aver fatto il militare, decide di intraprendere aprendo un proprio locale in società con altre persone. E questa volta lui è la figura di riferimento, quella che ha "le mani in pasta", che studia, prepara, sperimenta, apprende, conosce, inventa, cuoce. Ed è un successo. Renato comprende sempre di più quanto questa professione sia per lui una vera e propria passione e la segue senza freni e con grande entusiasmo. Capisce l'importanza del lievito madre per le sue preparazioni, impara a conoscerlo, a lavorarlo, a dedicargli tempo "che non è mai perso" perché per lui rappresenta una vera risorsa.
E i clienti del nuovo locale che ha aperto da solo, sette anni fa, lo sanno. La passione di Renato li contagia, vogliono a loro volta imparare e capita che gli chiedano come fare per avere del lievito madre, per iniziare. Semplice, Renato glie ne regala un pezzo, gli spiega il procedimento e tutto questo rappresenta una chiave di lettura diversa per fare cultura della pizza, per illustrare come possa essere realizzato in modi differenti un prodotto apparentemente così semplice, ma che invece richiede grande professionalità e competenza. Più di quella che uno potrebbe pensare.
Mangiare nel locale di Renato Bosco è quindi un'esperienza non solo per i sensi (gusto e palato in primis), ma anche a livello umano per l'accoglienza del personale e per l'attenzione che lui dedica ai propri clienti: porta in tavola le pizze, ne spiega la lavorazione, l'uso degli ingredienti, le differenze, le particolarità.
Standolo ad ascoltare non puoi che percepire il suo entusiasmo, la sua energia, senti che la forza di quello che ti viene raccontato lo ritroverai nel piatto. Ed è così. Le pizze da Saporè cambiano con il corso delle stagioni perché "è la materia prima che mi conduce", spiega Renato.
Renato utilizza anche il lievito compresso e rispettando i giusti tempi di lievitazione uniti alle materie prime di qualità riesce ad ottenere anche con quello degli impasti digeribili e appettitosi nel rispetto del benessere. Nei suoi locali troviamo quindi 5 tipologie di impasto diversi la pizza al trancio, la pizza in teglia alla romana, la pizza rotonda più classica, la pizza in pala e la pizza REvoluzione, ogni impasto ha una caratteristica dal più croccante al più soffice passando per il più friabile.
La pizzeria moderna deve essere diversa anche in questo. Deve comunicare un benessere, una scelta di vita, un messaggio e deve smetterla di essere un puro complemento di arredo. "Sta nascendo un movimento legato al mondo delle pizzerie - spiega Renato Bosco - le cose stanno cambiando, poco alla volta crescono le professionalità, si innalza il livello di conoscenza del prodotto e la ricerca delle materie prime che per me è continua e fondamentale".
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