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Dalla collina del Vomero, percorrendo le curve panoramiche della strada più lunga della città, il Corso Vittorio Emanuele, si arriva alla sinuosa Via del Parco Margherita. Al civico 45 c'è Pallino. Quel che contraddistingue Pallino è sicuramente l'ambientazione particolare dove ai colori delle sale, dei menu e alla scenografia che rimanda essenzialmente al nome, si unisce lo spirito di accoglienza desiderato e voluto dai proprietari per dare agli ospiti la possibilità di restare fino a tardi sentendosi come a casa propria. Pallino vuole essere un ritrovo dove riappropriarsi o scoprire il piacere dello stare a tavola, dell'atto conviviale in sé. Uno spazio profumato e colorato dove rilassarsi e mangiare con gusto, porre domande, scambiare opinioni, commenti. Desideriamo sperimentare e divertirci in cucina insieme ai nostri ospiti, ma soprattutto desideriamo attrarre quanti fino ad oggi hanno evitato ristoranti di un certo target perché spaventati dal costo. Vogliamo far conoscere qualità e caratteristiche di tante produzioni agroalimentari, storie di prodotti e produttori, far assaggiare una cucina autentica, di territorio, al prezzo giusto. 5 i Menu, contraddistinti da 5 colori: Rosso, Giallo, Azzurro, Verde e Indaco. Ognuno ispirato a gusti, preferenze, passioni, tutti incentrati sulla qualità delle materie prime e sulla tradizione, anche quella più popolare e non solo campana. E, poi, la Carta degli Sfizi e dei Fritti per rispettare il precursore di Pallino, ristorante di metà dell'800 fondato da Nicola Micera a via Tasso, frequentato da artisti e letterati che si riunivano sotto le insegne della Società dei Nove Musi di Benedetto Croce. Un ritrovo celebrato da Ferdinando Russo nel'N Paraviso in questo modo: "Che ghiurnate! Che delizie! Chille fritte addu Pallino!" Una cucina fatta con passione e dedicata a tutti quelli che amano mangiare e condividere il piacere della tavola.