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Spaghetti Italiani - Portale di Gastronomia

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Introduzione alla Rubrica e indice di tutti i numeri

 

7 Gennaio 2003 - Cronaca dalla prima e intervista al regista

 

VECCHIE (Vacanze al mare)

di Daniele Segre
in collaborazione con Maria Grazia Grassini e Barbara Valmorin

con (in ordine alfabetico)
Maria Grazia Grassini e Barbara Valmorin
regia Daniele Segre

produzione Associazione Teatrale Pistoiese – Teatro del Tempo Presente

 

Scheda dello spettacolo

 

si ringrazia:

TEATRO PICCOLO ELISEO

ROMA

E-mail: info@teatroeliseo.it

www.teatroeliseo.it

Gli anni sono passati, il corpo non è più quello di una volta anche se gli occhi mantengono ancora la lucentezza di sempre. Due donne, amiche da tanti anni, si ritrovano a trascorrere una vacanza al mare. La loro vitalità si esprime ormai solo sottoforma di ricordi e di conflittualità. La stretta confidenza lascia sfogare i teneri difetti e le paranoie.

Daniele Segre, autore e regista, rappresenta due donne che sono state vicine nelle avventure giovanili, ma che lo sono ancora di più nel passaggio ad un’epoca della vita dove i desideri superano la forza di volontà, e dove è spesso facile cadere nella noia.

Maria Grazia Grassini e Barbara Valmorin, coautrici del testo, sono le affiatate interpreti di questo gioco a due immerso in un tempo sospeso.

Sul palco protagonista anche la luce che quando assente mostra in primo piano il profilo delle due donne, rendendole icone della loro condizione. Il colore bianco della scenografia minimalista e delle vestaie indossate contribuisce all’atmosfera metafisica e simbolica che si incontra e scontra con la concretezza e la schiettezza del linguaggio.

Daniele Segre continua così a perseguire l’obiettivo di utilizzare l’arte per far riflettere sulle ambigue sfumature della realtà umana, mentre le due attrici, con ironia, offrono al pubblico una dichiarazione della loro profonda amicizia e professionalità.

Lo spettacolo, dopo la prima nazionale al Teatro Piccolo Eliseo di Roma dal 7 al 26 Gennaio 2003, sarà al Teatro Manzoni di Pistoia dal 20 al 23 Febbraio e al Teatro della Cavallerizza di Reggio Emilia dal 26 al 28 Febbraio.


INTERVISTA A DANIELE SEGRE

di Elena Fantini

 

Daniele Segre, il regista dei sentimenti e del libero pensiero

che accetterebbe compromessi solo per un ricco piatto di formaggi piemontesi

 

Sono le 19.35 e sono seduta nella prima fila del teatro Piccolo Eliseo di Roma insieme a Daniele Segre, regista e autore dello spettacolo teatrale Vecchie. Il suo sguardo è quello allegro e schietto delle persone che amano fare il proprio mestiere. 

 

Per iniziare vorrei fare una domanda diretta al Daniele Segre artista impegnato. Nella società di oggi, l’arte che ruolo sociale può svolgere?

Le mie scelte come regista e autore hanno sempre puntato verso delle rappresentazioni cinematografiche e teatrali non semplicemente documentaristiche, ma capaci di mostrare la complessità della realtà umana e di far riflettere su di essa. Credo profondamente che il mio lavoro di regista debba essere quello di animare i sentimenti e il pensiero e non quello di placare lo spettatore.

Cosa vuol dire per lei fare cinema indipendente?

Secondo la mia esperienza fare cinema indipendente vuol dire seguire i propri bisogni reali, significa essere veri e onesti con il proprio pubblico riuscendo ad operare anche con pochi mezzi economici. Certe scelte possono chiudere molte porte, e per me è stato spesso così,  ma questo non fa che rendermi ancora più convinto e soddisfatto di quello che faccio.

Lei come docente di cinema cosa vuole trasmettere principalmente ai suoi alunni?

Come in tutti i mestieri la tecnica può essere appresa, quello che cerco di verificare nei miei alunni è il reale desiderio di voler esprimere il proprio pensiero e di voler essere produttori di emozioni. Questa volontà rappresenta per me il vero talento.

La sua ultima opera Vecchie, attualmente nei teatri italiani, che emozioni e che riflessioni propone al pubblico?

Tengo innanzitutto a dire che il titolo Vecchie l’ho dato con un’intenzione affettuosa. Ho scelto di rappresentare il periodo particolare tra il 60 e i 65 anni, dove ogni persona si trova ad attraversare un confine ambiguo dove sarebbe facile abbandonarsi alla noia e all’inattività, immobilizzati tra la voglia di essere e la paura di non riuscire ad essere. Il messaggio fondamentale, valido per lo spettatore di tutte le età, è quello di mantenersi sempre vivi e di saper giocare con l’ironia.

A proposito di ironia e divertimento, in sala si ride e sorride molto…

Si, e questo mi rende fiero perché vuol dire che sono riuscito ad entrare nell’intimità delle persone. Certe tematiche, certi modi di dire ricordano a ognuno di noi una nonna, o quella lontana zia che ha sempre quelle espressioni così particolari.

Come è stato lavorare insieme a due donne carismatiche come Maria Grazia Grassini e Barbara Valmorin interpreti e coautrici del testo?

La scelta di tornare a lavorare con degli attori è nata da una mia esigenza di ricerca espressiva. Ho pensato a due donne perché le donne, specialmente con l’avanzare dell’età, sono più sensibili ed espressive. Con la Valmorin avevamo già lavorato insieme per lo spettacolo teatrale Week-end, e appena gli ho proposto il soggetto mi ha presentato la Grassini. Oltre che per la loro bravura, le ho trovate perfette per la profonda amicizia che le lega. Era proprio quello che cercavo.

 

UNA SERATA GOLOSA A CASA DI DANIELE SEGRE

Che rapporto ha con il cibo?

Devo ammettere che quando sto lavorando ad un film è come se lo stomaco mi si chiudesse. Diversamente quando sono mentalmente più libero mi piace godere della buona cucina. Ad esempio proprio oggi volevo sfruttare il fatto che ero a Roma per mangiarmi una bella carbonara. Sono andato in una trattoria e sebbene mi avessero proposto gli gnocchi appena fatti, sono stato irremovibile. Ma devo dire che il piatto, sebbene buono, non ha risposto appieno al mio desiderio.

Visto che abbiamo scoperto un Daniele goloso, se dovesse organizzare una serata tra amici con film e cena, a cosa penserebbe?

Beh, io da buon piemontese adoro gli antipasti tradizionali della mia regione, in particolare quelle straordinarie fritture e quei fantastici formaggi per i quali vado matto. Nel mio lavoro non ho mai accettato compromessi, ma per i formaggi potrei fare delle follie!

Il problema degli antipasti è che poi risulta davvero difficile continuare il pranzo. Per questo proporrei un trionfo di antipasti freddi e caldi lungo tutta la serata, accompagnati da un buon vino rosso fermo, magari piemontese, da gustare comodamente davanti al video. Come film, trovo difficile sceglierne uno in particolare. Amando sia i film drammatici che quelli ironici organizzerei una “no-stop”, dalle 19.00 alle 6.00, di film di Woody Allen dove regnano quell’ironia e quel divertimento colto capaci di farci stare meglio sia con noi stessi che con i nostri amici.

 

Con il sorriso sul volto saluto e ringrazio Daniele Segre per la sua disponibilità e per aver giocosamente offerto ai lettori di Spaghetti Italiani non solo il suo lato artistico ma anche qualcosa di più personale, rendendo omaggio alle straordinarie tradizioni piemontesi.


BIOGRAFIA ESSENZIALE DI DANIELE SEGRE

Nato ad Alessandria nel 1952, realizza film e video fin dalla metà degli anni Settanta. I suoi lavori principalmente trattano le tematiche dell’esistenza quotidiana di alcune realtà disagiate.

I delegati della CGIL (Partitura per volti e voci, 1991), i minatori del Sulcis (Dinamite, 1994), i sieropositivi e i malati di AIDS (Come prima, più di prima, t’amerò, 1995), i giornalisti de “L’Unità” (Via due Macelli, Italia. Sinistra senza Unità, 200), i licenziati della fabbrica Scaini di Villa Cidro (Asuba de su serbatoiu, 2000-2001), i malati di Alzheimer e le loro famiglie (Tempo vero, 2001) diventano protagonisti di opere accuratamente e amorosamente rappresentate per proporre spunti di riflessione all’interno della complessa e ambigua società moderna.

Per difendere un’idea personale di cinema ha fondato a Torino nel 1981 la Società di produzione I Cammelli  e l’omonima Scuola Video di Documentazione Sociale. Dal 1996 è docente alla Scuola Nazionale di Cinema e dal 2002 è codirettore, con Morando Morandini e Antonio Costa, del Festival di Bellaria “Anteprima per il Cinema Indipendente”.

Vecchie, nato nel 2002 come film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia ottenendo il Premio CICAE per il Miglior Film di Qualità e il Premio per le Migliori Attrici (Valmorin e Grassini) al Festival “Rencontres du Cinema Italien” di Annecy (Ottobre, 2002).

 

Realizzazione: Luigi Farina ( lfarina52@hotmail.com )

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