La Cantina di Triunfo di Napoli:
una storia lunga più di un secolo
passando per le “chicche” dal buon rapporto qualità/prezzo che Antonio seleziona senza farsi influenzare dalle mode. L’attività serale di ristorazione, che da poco ha festeggiato il ventennale, ha arricchito ulteriormente l’offerta di questa storica cantina. Per Tina e Antonio la qualità e la freschezza degli ingredienti sono fondamentali ed è per questo che propongono un menu essenziale, basato su due primi, due secondi oltre a contorno e dolce, che varia di sera in sera anche in funzione della stagionalità dei prodotti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Antonio nel suo locale Come nasce la storia della Cantina di Triunfo? Tutto ebbe inizio nel 1890 quando il mio bisnonno Carmine aprì una mescita di vini in via Arco Mirelli, nel cuore del quartiere Chiaia. Successivamente l’attività fu trasferita alla Riviera di Chiaia (accanto alla sede attuale) aggiungendo la salumeria alla vendita dei vini. Dal 1929 si ritornò di nuovo alla sola mescita dei vini e il locale prese il nome di “Triunfo vini”. Quando avvenne la trasformazione in enoteca? Avvenne alla fine degli anni ’60, quando mio nonno decise di introdurre sul mercato napoletano, abituato a consumare solo il vino sfuso locale, i primi vini nazionali imbottigliati, seguiti dopo qualche anno anche dai rosoli e dalle grappe. E a chi si deve l’idea di introdurre anche l’attività di ristorazione? Furono i miei genitori, Carmine e Tina, grandi appassionati di cucina, che nell’ottobre dell’87 decisero di proporre nell’orario serale anche un’offerta di ristorazione. In seguito alla tragica e prematura morte di mio padre (ebbe un malore di sera all’interno del locale alla presenza dei clienti) nell’aprile 2001 sono subentrato io accanto a mia madre ad appena 22 anni. Nel 2001 nonostante tu fossi giovanissimo avevi già acquisito una discreta esperienza in campo enologico. A che età è avvenuto il tuo incontro col vino? Sono praticamente cresciuto in cantina, però la prima vera esperienza significativa sul piano professionale l’ho avuta a 13 anni quando ebbi l’opportunità di trascorrere tutto il periodo estivo presso le Cantine di Marina Danieli a Caminetto di Buttrio, in provincia di Udine, insieme a Giorgio Grai, notissimo enologo altoatesino amico di mio padre. Da quell’anno in poi tutte le mie vacanze estive le ho sempre trascorse in qualche cantina del nord Italia lavorando accanto a Grai o ad altri enologi. Chi si occupa della cucina e qual è la vostra proposta culinaria? La nostra cucina è il risultato di un lavoro di squadra. Mia madre Tina si occupa dell’acquisto delle materie prime; io, Claudio e Lello ci cimentiamo ai fornelli (sotto l’attenta supervisione di mamma). Proponiamo ricette che rispecchiano la tradizione ma leggermente modificate. Puoi farmi qualche esempio? Tra i primi piatti più apprezzati ci sono la minestra maritata, gli spaghetti al nasello, la zuppa di fagioli e castagne e la minestra di borragine e lenticchie. Per quanto riguarda i secondi, tra i più particolari ci sono i gamberi gratinati in foglia di limone, la ricciola con carciofi, il pasticcio di pesce e scarole e il vitello stracotto in latte e vino. Ad accompagnarli prevalentemente i contorni della tradizione napoletana come i friarielli, la scarola e le zucchine alla scapece. I dolci rispecchiano ancor di più la tradizione per quanto riguarda la periodicità e la stagionalità ma alcuni come la barchetta di pasta frolla con crema e confettura, la torta al moscato rosa con crema al cioccolato e le mousse a vari gusti vengono preparati quasi tutto l’anno.
Cantina di Triunfo
Riviera di Chiaia, 64 Laura Gambacorta
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