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Terza puntata -
Maggio 2005 |
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Introduzione alla rubrica ed indice puntate |
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fontana di Trevi (foto di Luigi
Farina ©2005) |
Eccoci arrivati ad una nuova puntata di questo nostro viaggio che ci
porterà a gustare i sapori ancora vivi di storie passate,
raccontando anche quanto di buono si può gustare oggi negli stessi
luoghi.
La meta di questa terza tappa ci ha portato a Roma, città che
forse più di tutte può raccontare la storia del nostro paese. Ogni
angolo, ogni via, ogni chiesa, ogni palazzo racconta qualcosa del
passato. Basta guardarsi un po' in giro per sentire il fascino di
quella che è stata definita la "città eterna", che è stata anche
"imperiale", "d'arte", "capitale", ... Per questo motivo è anche la
città forse più visitata d'Italia, meta sia ora come nel passato di
re, principi, attori, musicisti, politici, religiosi, scrittori,
pittori, ...
Scegliere i luoghi per rappresentare questa città non è stato
facile, visto che sono proprio tanti quelli che meritavano essere
oggetto del nostro viaggio, ma alla fine abbiamo voluto scegliere,
quasi di getto, senza pensarci molto su, ed abbiamo scelto l'Antico
Caffè Greco di via Condotti, forse il caffè in assoluto più
antico e storico d'Italia, e l'Hotel Quirinale di Via
Nazionale, affascinati dal collegamento con il Teatro dell'Opera
attraverso il corridoio che unisce le due strutture, che in realtà
fanno parte dell'unico palazzo.
Ovviamente pensiamo che Roma meriti un ulteriore
approfondimento, quindi torneremo a raccontare della sua storia
attraverso altri luoghi storici con un'altra tappa del nostro
viaggio. |
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Le Interviste:
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Nella centralissima via Condotti,
a due passi da piazza di Spagna e da Trinità dei Monti si trova
uno dei Caffè più antichi d'Italia, da sempre punto di ritrovo
non solo per i romani, ma anche per coloro che o passano per
Roma o vi vivono per un periodo più o meno lungo. Re, regine,
maraja, scrittori, poeti, compositori, attori, cantanti, persino
indiani e cowboy, provenienti da tutto il mondo, sono stati
visitatori più o meno assidui di questo caffè, delle sue salette
piccole ma uniche, piene di opere d'arte, foto e oggetti
che ne raccontano il loro passaggio.
Entrare in questo caffè equivale a
fare un viaggio nel tempo: i piccoli tavolini ricoperti da marmi
antichi uno diverso dall'altro sembrano popolati da personaggi
di altri tempi, magari intenti a scrivere un racconto o una
poesia, o a leggere un libro in attesa che gli venga servito il
caffè. Caffè sempre uguale, servito sempre nelle stesse tazzine
cerchiate di arancio, dagli stessi camerieri rigorosamente in
frac da sempre. Se non fosse che oggi non si usa più la
zuccheriera ma bustine di zucchero, si potrebbe essere in una
qualsiasi epoca da quel 1760, che pare sia stata la data di
nascita di questo Caffè, anche se forse è ancora più vetusto.
Se poi si arriva in fondo al
locale si trova una quasi "inaspettata", sia per grandezza che
per bellezza, sala rossa, con le sue pareti damascate, a cui fa
da anni da guardia una stata di un fauno, con sotto alla
finestra, che illumina la stanza, il divano dove si accomodava
Andersen. In questa sala si riuniscono associazioni culturali,
si ricevono ospiti di riguardo e dietro un pianoforte a coda si
trova una biblioteca dove potere consultare i documenti e i
libri riguardanti la storia del Caffè. |
foto di Luigi Farina ©2005 |
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foto di Luigi Farina ©2005 |
All'inizio di Via Nazionale,
entrando da piazza della Repubblica, si trova l'Hotel
Quirinale, proprio alle spalle del Teatro dell'Opera, con
cui forma un unico edificio e con cui è in comunicazione
attraverso un corridoio, spesso sfruttato da cantanti e
direttori di orchestra.
Inaugurato nel 1874,
costituisce il primo esempio di un nuovo modo di costruire
alberghi a Roma per quell'epoca, con grandi saloni e
sontuose sale da pranzo, ambienti e stanze confortevoli, che
non avevano nulla da invidiare ai palazzi patrizi e che
potevano diventare, come poi fu, punti di riferimento per la
vita sociale romana.
Questa atmosfera aristocratica
è ancora tangibile e basta sedersi nel salone dove la sera
gli ospiti dell'albergo si soffermano ad ascoltare un po' di
musica sorseggiando un drink, per rendersene conto
ampiamente. Se poi si ha la fortuna, come lo avuta io, di
alloggiare nella stanza dove Verdi si affacciò acclamato dal
suo pubblico prima della prima del Falstaff, sembra proprio
di essere tornati indietro nel tempo.
Tuttavia quella che ha
costituito, per me, una vera sorpresa è stata la cucina
dell'albergo, con il suo "Ristorante Rossini", diretto
magistralmente dallo chef Rosato, con la sua ricerca quasi
maniacale del giusto equilibrio dei sapori di ogni singolo
ingrediente, che riesce a presentare piatti sempre leggeri e
ben amalgamati, anche quando complessi, come nel menu
intitolato a Rossini, con accostamenti di sapori
riuscitissimi e con una presentazione accurata e ricercata
nello stesso tempo. |
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