by
Quarta puntata -
Luglio 2005 |
|
Introduzione alla rubrica ed indice puntate |
|
|
Duomo e Ghirlandina
(foto di Luigi
Farina ©2005) |
Eccoci arrivati alla quarta puntata di questo nostro viaggio che ci
porterà a riassaporare storie passate ancora vive,
raccontando anche quanto di buono si può gustare oggi negli stessi
luoghi.
La meta di questa nuova tappa ci ha portato a Modena, città
emiliana molto legata alle sue tradizioni gastronomiche, dove la fa
da padrone un animale, il maiale, che è stato al centro
dell'economia del territorio fino a pochissimo tempo fa, con tutto
quello che si poteva ricavare dalle sue carni (salumi, insaccati,
tortellini, ...). Oggi questa città ha subito una notevole
trasformazione ed è diventata una città industriale, basta pensare,
tanto per citare solo due nomi famosi in tutto il mondo, alle case
automobilistiche Ferrari e Maserati, che hanno fatto storia anche
nello sport.
Un esempio di questa trasformazione si può leggere da quanto abbiamo
raccolto nella nostra visita, ma da essa si può anche notare come
Modena, nonostante tutto, rimane legata profondamente alle sue
tradizioni, senza rinnegare nulla del suo passato anzi avendolo
sempre presente davanti agli occhi e dentro al cuore.
La famiglia Fini è un esempio di quanto detto in precedenza,
partendo da una salumeria, ancor oggi esistente, aperta da Telesforo
Fini nei primi anni del '900, oggi conta tre alberghi, due
ristoranti, due salumerie ed un'azienda di artigianato alimentare,
tutte imperniate sul rispetto e la valorizzazione delle tradizioni. |
Per il caffè dell'Orologio
si può fare un discorso simile, visto che il proprietario,
Luca Bonacini, anche se molto giovane, ha voluto
rispolverare una tradizione molto sentita a Modena legata alla
voglia di incontrarsi e nello stesso tempo di fare cultura, che
si era un po' persa con la chiusura del caffè Nazionale simbolo
dei caffè letterari a Modena. Rilevando uno dei caffè più
antichi di Modena, Luca Bonacini, abbina al suo locale mostre e
altre manifestazioni culturali, prendendo a buon titolo
l'eredità del caffè Nazionale. |
|
|
|
Le Interviste:
|
|
|
Parlare di gastronomia a Modena
senza fare riferimento alla famiglia Fini, che da tre
generazioni la esporta in tutto il mondo, significherebbe come
parlare di automobilismo senza parlare di Enzo Ferrari, fra
l'altro anche lui modenese. Telesforo Fini, così come Enzo
Ferrari, in un periodo in cui si cercava di lasciare alle spalle
gli sfaceli della guerra, con l'obbiettivo anche di ricostruire
un'economia resa fatiscente, è riuscito con il suo impegno, con
il suo intuito, con la sua inventiva, a mettere le basi per
quello che oggi è, anche per l'apporto del figlio Giorgio prima
e dei nipoti Anna Maria e Vittorio dopo, un simbolo riconosciuto
in tutto il mondo della gastronomia modenese.
Entrare nella salumeria che porta
ancora il suo nome vuol dire tuffarsi nei sapori di una città
che ha legato la sua storia a prodotti come lo zampone, il
cotechino, i tortellini, il lambrusco, l'aceto balsamico, ...,
tutti prodotti che si possono trovare ancora oggi nella loro
versione |
San Francesco d'Assisi - Modena
foto di Luigi Farina ©2005 |
più esaltante in questa salumeria.
Se poi si vogliono gustare gli stessi prodotti in piatti ben
preparati, legati alla tradizione, con un occhio sempre sveglio,
che guarda ai giorni nostri, allora basta fare una tappa nel
ristorante, sempre della famiglia Fini, che si trova a fianco
della salumeria. |
|
|
|
piazza Grande - palazzo del
Municipio - Modena
foto di Luigi Farina ©2005 |
Ritrovarsi in un caffè o in un
bar a sorseggiare una bevanda o un caffè è forse uno degli
usi, tramandatoci dai nostri avi, più radicati delle nostre
abitudini. Ritrovarsi intorno ad un tavolo per parlare di
sport, di politica, di musica, ..., è uno dei momenti più
rilassanti che la vita frenetica di oggi ci concede.
Tuttavia non tutti pensano che attorno a quei tavolini,
spesso, nei secoli scorsi si son seduti poeti, scrittori,
pittori, politici, ..., che hanno scritto pagine di storia
con inchiostro indelebile,
Da quel lontano 1672, data in
cui nasceva a Parigi il primo caffè letterario per mano di
Francesco Procopio dei Coltelli, palermitano di nascita, è
stato un fiorire di questi caffè in tutta Europa, ed anche
in Italia. Oggi alcuni di questi caffè non ci sono più. ma
rimangono dei capisaldi che tengono viva questa tradizione,
come abbiamo anche visto nella scorsa puntata con il caffè
Greco di Roma. Modena non ha più il suo antico caffè
letterario, il caffè Nazionale, chiuso qualche anno fa, ma
ne ha |
degnamente acquisito l'eredità
il caffè dell'Orologio, che, anche se non ha le spalle la
stessa tradizione del Nazionale, per il costante impegno del
suo patron Luca Bonacini, sta cercando, riuscendovi a pieno,
di riproporre un certo modo di fare cultura all'interno di
un caffè, ospitando mostre, incontri, dibattiti, ..., per
stimolare i suoi avventori a tenere memoria del loro
passato. |
|
|
|
|
|
|
|