introduzione e
indici
Le
Ricette di Davide D'Arcamo
1ª Puntata
01/10/06
Cannelloni di
pasta fresca con salsiccia e funghi finferli.
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Ingredienti per 4 persone:
3 uova
250 polpa di manzo
Una mozzarella
Tre quarti di
latte
150g di farina
100g di prosciutto
crudo
250 g di funghi
finferli
Una cipolla
Sale e pepe
Burro
Olio extravergine
Parmigiano
grattugiato
Tempo di preparazione:
1h
Tempo di cottura:
30’ |
Procedimento:
Ponete
100g di farina in una terrina,
incorporatevi le uova intere, il sale, e
amalgamate bene sino a ottenere un
composto liscio e senza grumi.
Diluite quindi con
un bicchiere di latte tiepido.
Ponete sul fuoco
una padella antiaderente con una nocciola di
burro e versatevi due o tre cucchiaiate di
composto muovendo il tegame in modo che si
distribuisca uniformemente; fate dorare la
crépes da entrambi i lati, poi toglietele dal
recipiente e adagiatele su un piatto.
Preparate nello
stesso modo tutte le altre crèpes.
Mondate i funghi,
tritateli grossolanamente insieme con il
prosciutto, fateli rosolare in un tegame con la
cipolla tritata e due cucchiai di olio e una
noce di burro, unite la carne e lasciate che
prenda per bene colore; regolate di sale e pepe
e fate cuocere a fiamma moderata, aggiungendo se
necessario qualche cucchiaio di acqua.
Scolate tutti gli
ingredienti dal loro sugo di cottura e metteteli
in una terrina unendovi la mozzarella tagliata a
dadini.
Preparate la
besciamella nel modo seguente nel seguente
modo:ponete sul fuoco una noce di burro e fatelo
fondere, incorporatevi sempre mescolando due
cucchiai di farina e non appena il composto avrà
preso colore brunito, diluitelo con mezzo litro
di latte caldo, salate e continuate a mescolare
finchè si sarà addensata.
Toglietela da
fuoco e incorporatene 2/3 nel composto di
carne;amalgamate bene tutti gli ingredienti.
Mettete due
cucchiai di ripieno in ciascuna crèpes e
avvolgetela su se stessa per formare dei rotoli.
Imburrate
abbondantemente una pirofila, adagiatevi sopra
le crepes, ricoprite con la besciamella e
spolverizzate con il parmigiano e mettete qua e
la qualche fiocchetto di burro e ponete in forno
a gratinare per circa 20’.
il
profilo di Davide D'Arcamo
La cucina di Davide D’Arcamo
Dal suo lungo
viaggio attraverso culture culinarie, le più
diverse, nasce la cucina di Davide D’Arcamo:
innovazione nella tradizione della cucina
regionale.
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La sua esperienza
di cuoco inizia tra i fornelli delle piccole
trattorie di borgata e prosegue nelle grandi
cucine della ristorazione di lusso. Questo
fortunato incontro tra l’alta cucina
internazionale e quella “povera”, ma ricca di
sapori, della tradizione siciliana ed, in
generale, regionale dà vita ad un felice
connubio culinario, reso personalissimo dalla
creatività sinestetica con la quale D’Arcamo da
anni stupisce chi gusta i suoi piatti.
La sua capacità
eclettica e compositiva ha avuto così modo di
concretizzarsi in ardite propo-ste di autentica
cucina italiana di alto profilo: la più rinomata
cucina italiana ed internazionale si sposa così
con quella siciliana, terra d’origine dello
chef.
La sua
impostazione culinaria proviene da un connubio
ricercato di prodotti genuini e di valore, di
accostamenti peculiari, di piatti classici e di
piatti creativi.
La cucina di
Davide D’Arcamo non si attiene poi soltanto alle
ricette più tradizionali, ma cerca di usufruire,
per quanto può essere possibile, di prodotti
locali.
Questo nuovo modo
di fare ristorazione, una sorta di “nouvelle
cucine” all’italiana, con buona pace dei
francesi, riscuote da subito ampi consensi. |
La rivisitazione
di antiche ricette, alle volte quasi
dimenticate, e la riscoperta di sapori sopiti
nella memoria ma rievocati in chiave “moderna” è
la “filosofia culinaria” proposta dallo chef
Davide D’Arcamo.
La richiesta di
tali inusitati connubi proviene, d’altra parte,
dalla clientela stessa, sempre più attenta e
preparata, che sceglie di percorrere itinerari
alla scoperta di arte e cultura non disdegnando,
quali aspetti culturali, la buona tavola e le
tradizioni: e sebbene in Sicilia la cultura
gastronomica rimandi ad una cucina
essenzialmente povera, contadina, la
rivisitazione che ne fa Davide D’Arcamo lascia
non poche sorprese.
Non solo una
riproposizione, dunque, di piatti della
quotidianità, ma un’attenzione particolare alle
radici storiche di ogni piatto che parte dalla
scelta dei prodotti per concludersi alle volte
con reinterpretazioni anche ardite.
D’altra parte, la
tradizione a cui si ispira Davide D’Arcamo va
ben al di là della comune accezione del termine:
è una tradizione millenaria, quella siciliana,
in primis, così prodiga di contaminazioni
culinarie e culturali, la cui realizzazione
spesso implica una ricerca meticolosa, resa
complessa anche dalla difficile reperibilità di
ingredienti ormai caduti in disuso.
I piatti proposti
quindi, pur non escludendo, anzi valorizzando,
l’ambito della tradizione gastronomica locale,
sono il risultato di una continua ricerca che è
filologica prima che gastronomica, dedicata
anche all’evolversi delle tendenze alimentari e
dei modi di vita della società senza rinunciare
alla tradizione della cucina tipica italiana.
Anche la
presentazione dei piatti “tipici” così
rivisitati segue lo stile a cui l’alta cucina
abitua i propri frequentatori.
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