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19 Agosto - KALS'ART, Palazzo Bonagia riapre con la rassegna Contemporanea e diventa palcoscenico. Il Sindaco: "La città ha recuperato un altro pezzo di storia già da Settembre si inizierà a programmare la Stagione 2005".

 

KALS’ART 2004
 

KALS’ART, PALAZZO BONAGIA RIAPRE E DIVENTA PALCOSCENICO

IL SINDACO: “LA CITTÀ HA RECUPERATO UN ALTRO PEZZO DI STORIA GIÀ DA SETTEMBRE SI INIZIERÀ A PROGRAMMARE LA STAGIONE 2005”

Palermo rispolvera uno dei tesori dell’architettura settecentesca: il Palazzo Bonagia. Un pezzo pregiato della città antica, nel cuore della Kalsa, che riemerge da oltre un cinquantennio trascorso prevalentemente nell’abbandono per offrirsi, ora, come scenario al cartellone teatrale della rassegna “Kals’Art 2004”: undici spettacoli, cinque dei quali in prima nazionale, per ventisei rappresentazioni, dal 19 agosto al 23 settembre, nell’ambito del ciclo intitolato “Contemporanea”.

Stamattina in conferenza stampa il sindaco, Diego Cammarata, ha presento l’inedita cornice scenica, sulla quale stasera si alzerà il sipario con la pièce “Il gregario”, di Sergio Pierattini. Erano presenti anche il vicesindaco Dario Falzone e l’assessore all’Urbanistica Mario Milone, oltre ai tecnici del settore Centro storico e ai coordinatori della produzione e della logistica per l’Ufficio Grandi Eventi del Comune, Roberto Bucci e Gaspare Simeti.

Palazzo Bonagia, delizia del barocco palermitano, a lungo “dimenticato” dietro le quinte della via Alloro – un tempo luogo elettivo delle dimore nobiliari – viene, finalmente, restituito alla città, grazie ai lavori di bonifica e di sistemazione avviati dall’Amministrazione il 20 luglio scorso. Un nuovo spazio per la cultura, suggestivo e straordinario, soprattutto la sera quando viene illuminato, che va a fare il paio con l’ex Deposito Locomotive, altra lieta “scoperta” targata “Kals’Art 2004”.

Cammarata: Kals’Art ha superato le aspettative. “L’obiettivo – ha affermato il sindaco Cammarata – era rivitalizzare un angolo suggestivo della città antica. Palazzo Bonagia è rimasto per lungo tempo estraneo alla vita cittadina e credo sia molto importante, per i palermitani, recuperare un’altra fetta della loro storia, conquistando un nuovo spazio per l’aggregazione. Il centro storico di Palermo è un grande palcoscenico e la programmazione culturale deve servire anche a valorizzare questa sua precisa identità. La rassegna Kals’Art è riuscita proprio in questo: trasformare un intero quartiere, simbolo della storia di Palermo, in un grande villaggio dedicato alla cultura e alla socializzazione”.

Il recupero del tessuto urbano storico – ha aggiunto il Sindaco – è una priorità dell’attuale Amministrazione, come dimostra anche il piano organico di interventi che stiamo portando avanti. Il dato certo, oggi, è che Palermo è una città che rinasce, che accosta le attività culturali alla riscoperta del territorio e del patrimonio storico-architettonico. Partendo da queste irrinunciabili premesse – ha concluso Cammarata – già a settembre bisognerà avviare il dialogo con le associazioni e gli operatori culturali per preparare la prossima stagione. Kals’Art, che in questa prima edizione sperimentale ha ampiamente superato le aspettative, si rinnoverà l’anno prossimo e si arricchirà ulteriormente di contenuti e iniziative. Stiamo lavorando per far si che il calendario delle manifestazioni sia pronto entro fine anno”.

L’atrio come quinta scenografica. Dopo i gravi danni subiti a causa dei bombardamenti del ’43, Palazzo Bonagia era rimasto pressoché inutilizzato (vi operò, ma non ufficialmente, soltanto una ditta produttrice di accessori per prefabbricati). Poi, all’inizio degli anni Ottanta, si registrò un nuovo crollo, che rese le strutture del palazzo definitivamente inagibili.

L’ambientazione degli spettacoli teatrali, tutta “en plein air”, sarà rappresentata, dunque, dalla corte esterna, debitamente ripulita da sterpaglie e detriti. Sullo sfondo, la doppia scalinata in marmo rosso che, in fondo all’atrio, preannunciava le sontuosità dei saloni interni.

Il Comune potrà utilizzare l’area per cinque anni, per spettacoli e iniziative culturali, in virtù di un protocollo d’intesa siglato a inizio giugno dal sindaco, Diego Cammarata, e da Francesco Licata di Baucina, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Civico, che attualmente è proprietaria dell’immobile.

Eliminati rifiuti ed erbacce. L’intervento per rendere fruibile l’atrio di Palazzo Bonagia ha interessato una superficie complessiva di 650 metri quadrati. I lavori, diretti dall’ingegnere Vincenzo Lauriano, del settore Centro storico, sono stati sponsorizzati dalla Fondazione Banco di Sicilia, che li ha finanziati con 225 mila euro.
E proprio ieri la Commissione prefettizia per il pubblico spettacolo ha dato l’agibilità allo spazio che potrà contenere sino a 200 posti a sedere. La Commissione ha constatato che lo spazio è dotato di tutti i servizi di sicurezza e tecnici: luci, illuminazione scenografica, predisposizione per i servizi tecnici di palco, quali punto luce e torrette luci appositamente predisposte per il luogo, nel rispetto delle prescrizioni date dalla Sovrintendenza.
In una prima fase dei lavori, l’area è stata liberata dalle erbacce e dalle macerie, col contestuale riordino di numerosi reperti lapidei. Si è anche provveduto a riaprire uno degli ingressi da via Alloro, e sono state intonacate diverse parti in muratura.

Di particolare rilievo anche le opere conservative realizzate nella scalinata: le parti marmoree sono state puntellate con piccoli telai d’acciaio e neoprene, che hanno preso il posto dei tubi d’acciaio installati in passato, con un risultato migliore anche sotto il profilo estetico. Inoltre, sono state colmate e rivestite, con tufina e calce del tipo Lafarge, le cavità createsi col tempo nei gradoni di marmo rosso.

La platea, il palcoscenico e i corridoi per l’accesso al cortile e alla zona dei servizi sono stati realizzati posizionando speciali pedane in legno “galleggianti” (cioè rialzate rispetto al terreno), sorrette da un’intelaiatura in metallo zincato e rivestite con materiale ignifugo. Questi ultimi lavori sono stati effettuati dalla ditta “General Service”, mentre quelli edilI sono stati eseguiti dalla “Operes srl”.

L’impianto di illuminazione, invece, porta la firma dell’Amg. In totale, sono stati installati 75 nuovi punti luce: sedici sono a parete, con lampade da 70 e da 150 watt agli ioduri metallici, che diffondono fasci luminosi verso l’alto e verso il basso; quattro punti luce da 150 watt sono stati fissati sul cornicione del palazzo; altri trenta sono stati collocati su pali da sessanta centimetri per illuminare i percorsi, mentre sei lampade fluorescenti sono state installate su pali da novanta centimetri; cinque punti luce, infine, sono stati collocati per illuminare i locali di servizio. L’intero circuito è gestito da un quadro elettrico generale, cui sono collegati tre sottoquadri da utilizzare per prelevare la potenza elettrica necessaria per la messa in scena degli spettacoli. Complessivamente, sono stati utilizzati circa 3.500 metri di cavo.

Una testimonianza del XVIII secolo. Appartenuto agli Stella e ai Valguarnera, duchi di Castel di Mirto e baroni di Bonagia, Palazzo Castel di Mirto Bonagia è fra le testimonianze più significative dell’architettura siciliana del XVIII secolo. Si trova in via Alloro (al numero civico 58), un tempo celebre per la presenza dei palazzi nobiliari più sontuosi della città.

Nel 1750 Nicolò Palma rinnovò il prospetto lungo via Alloro. Otto anni dopo, Andrea Gigante progettò l’atrio con un originale scalone in marmo rosso di Castellammare, “protetto” da un’elegante trifora con un grande arco centrale sorretto da colonne. L’arco era sormontato da una balaustra e tutto l’atrio fu decorato con stucchi in stile rococò.

Durante la seconda guerra mondiale, Palazzo Bonagia venne in buona parte distrutto dai bombardamenti. Altri cedimenti si verificarono dopo il sisma del ’68 e un ulteriore crollo, che riguardò alcuni saloni a ridosso della facciata, si registrò negli anni Ottanta. Il resto si può considerare storia dei giorni nostri.
Dell’originaria struttura, oggi, rimangono l’atrio, la scalinata e un’ala dell’immobile. Alcuni interventi di consolidamento sono stati realizzati, a partire dagli anni Ottanta, su iniziativa della Soprintendenza regionale ai Beni culturali, per la stabilizzazione di alcuni solai e la copertura dello scalone. Il rafforzamento di alcune altre parti edificate e, soprattutto, di coperture e architravi, si è reso possibile, poi, con i fondi stanziati in occasione della conferenza Onu sul crimine transnazionale (di queste opere manca soltanto il collaudo).

Esiste, inoltre, un progetto per il restauro dell’intero complesso monumentale, redatto dalla Soprintendenza e inserito negli elenchi del Por Sicilia, che punta al recupero dello scalone e a rimettere in sesto le parti edificate, per rendere utilizzabili le strutture. È prevista la sistemazione dei saloni nobili già ricomposti in prossimità della facciata, rivolta verso via Alloro, e la ristrutturazione di quelli a ridosso di piazza Magione.

A restauro avvenuto, il complesso ospiterà concerti ed esposizioni, oltre agli archivi degli ospedali riuniti, che raccolgono antiche pergamene, alcune delle quali risalenti al XIV secolo. Va ricordato che la stessa Soprintendenza ha portato a termine anche una campagna di scavi archeologici nell’area retrostante la doppia scalinata.