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La
recensione
di
Mario Corsini
07/11/2003 |
Cantautore, rocker, leader
di un gruppo attivo dal 1988 (Jess) e poi protagonista di tre album solisti
incisi tra Inghilterra ed Italia, coautore di molteplici progetti musicali con
gruppi italiani emergenti (Peppe Voltarelli del "Parto delle nuvole
pesanti", Cristina Donà, Paolo Benvegnù degli "Scisma") il gallese Brychan da sé
stesso definisce dove vada a parare il suo nuovo quarto album. "Reel in between", veramente
in mezzo! Lasciamo la parola all'autore: "adoro tutta la musica e odio le etichette; io sono
stato in mezzo tra gli stili, i generi; negli scaffali dei negozi di dischi non
sanno mai dove mettere i miei CD! è rock? pop? funk? folk? jazz?" probabilmente ciò
che oggi chiamiamo crossover. Ed ancora: "L'incontro con Paolo
Benvegnù è stato
vitale per il progetto. Insieme abbiamo sviluppato le strutture dei
brani, lavorato sui fiati ed archi in maniera molto creativa". Al giorno d'oggi sembrerebbe tutto già detto nel campo della musica rock (e non
solo!), ma sappiamo che le vie della creatività sono infinite e questo bel lavoro
mescolando ingredienti assai eterogenei e gustosi, coniugando sonorità anni 70
con raffinate modernissime miscele techno, non disconoscendo le sue influenze e
paternità ne è la migliore conferma. Se quindi vogliamo giocare a ricercare le
radici di questa musica, non sarà difficile ritrovarle tra i "solchi" di questo
CD. Ricordate i The The di Matt Johnson?
Forse no, eppure questo gruppo produsse alla
fine degli anni 70 un capolavoro di crossover ante litteram, l'album "Soul
mining" tutto suonato in realtà in sovraincisione dal solo Matt Johnson.. (cosa
che anche Brychan in parte fa in questo CD..). Nel brano "reelin'" di Brychan ritroviamo il soul, i ritmi funky, lo spirito techno, l'ondulante sensualità vocale di quell'autore. Un'anima diversa ma in fondo non distante è quella del grande Tim
Buckley. Brychan, seguendone le tracce s'inventa una struggente ballata
elettroacustica dove l'eterna frase magica "Love you" che ne da il titolo, una
dolce chitarra semi acustica carezzata da semplici evocativi archi e dondolata
da una ritmica jazzata, accompagnano le modulazioni dello strumento voce che
infine si spegne nel cristallo di un incantesimo amoroso.. Più in generale il CD naviga tra sonorità anni 70 e modernità che rimandano a
tante altre influenze (gli U2 che traspaiono nel brano "The wasp", i Simple Minds
in "Rainbow" e quant'altro..), ma sempre con una sorta di trascinante "freddo
calore" eclettico, in ogni caso di una originalità aliena e da un livello di
creatività decisamente sopra la media. Più volte in tournèe in Italia Brychan ha avuto modo di farsi apprezzare dalla
stampa specializzata del nostro paese ed è sicuramente un artista
interessante, meritevole di essere ascoltato con attenzione. Per chi ne volesse sapere di più segnalo il sito internet
www.brychan.com.
Mario Corsini |