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La nostra recensione

Muscoli e Dei

Marta sui tubi
 

1 L'equilibrista
2 Vecchi difetti
3 Stitichezza cronica
4 Muscoli e Dei
5 Post
6 Volè
7 Sei dicembre
8 Il giorno del mio compleanno
9 Le cose cambiano
10 Stento
11 Sole


Produzione: 2003 Electric Circus Records

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La recensione

di Valeria Lo Verde Morante

29/12/2003

 

Finalmente! Quando nel lettore cd capita un disco del genere si tira davvero un respiro di sollievo. “Muscoli e dei”, album d’esordio dei Marta sui tubi, è una sorpresa piacevolissima. Undici tracce per un totale di trentadue minuti in cui una chitarra, due voci e poco altro chiariscono la differenza fra delle buone idee tradotte in musica e la tanta, troppa musica in circolazione in cui mille dettagli curati minuziosamente si aggiungono a un niente di fondo. I Marta sui tubi sono Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone, due ragazzi siciliani che dalla loro Marsala si sono trasferiti a Bologna dove hanno continuato insieme ciò che avevano iniziato separatamente. Il risultato è una miscela di tanti generi, un rock che vira verso il punk per l’irruenza, che affonda nel pop per certe melodie, sempre comunque condite con un carattere personale. I pochi strumenti a disposizione esaltano la grande capacità tecnica dei due. Il cantato spesso si impenna fino a diventare un urlo feroce, costantemente sostenuto dai guizzi creativi della chitarra affiancata qua e là da una batteria e dal suono di piatti di plastica, lampadine o centesimi di euro. Certamente prezioso in questo senso il contributo di Fabio Magistrali, (Afterhours, Bugo) che ha curato magnificamente la produzione degli undici brani fra cui, fatto raro per un esordio, non c’è un solo episodio debole. Una nota di merito anche per i testi, rabbiosi o intimisti, ironici o poetici, tutti eccellenti ed efficaci. L’andamento del disco colpisce per le invenzioni ed i cambi di registro, anche all’interno di ogni singolo brano, mezz’ora in cui la fantasia incontra la creatività artistica, in un album che aggiorna il significato del termine acustico. C’è del rock, del pop, del punk e del blues. C’è l’irruente ironia di “Stitichezza cronica”, l’impetuosa intensità di “Post”, la vena intimista di “Vecchi difetti”. In realtà i Marta sui tubi non operano nessuna rivoluzione evidente, gli ingredienti sono gli stessi di tanti altri gruppi, ma il tipo di “cottura” e le dosi fanno la differenza, e si riconoscono e si gustano meglio ascolto dopo ascolto.

Valeria Lo Verde Morante