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La
recensione
di
Marco Meschis
15/11/2003 |
Parole acide, sound metallico
I Dna2 con “Ectoplasmi” incidono il loro primo album (prodotto da Latlantide).
Non è il loro esordio discografico dato che già un paio di loro incisioni si
trovano in due compilation prodotte rispettivamente da Sana Records di Milano e
Fridge sempre di Milano.
I Dna2, al secolo Giuseppe Lo Bue (Voce,
chitarra e autore dei testi), Cristiano Merini
(Batteria e coautore con Giuseppe Lo Bue di
tutte le canzoni) e Vincenzo Misale (Basso. Dopo
questo disco ha lasciato il gruppo e al suo
posto è subentrato Andrea Rubini) già dalla
prima canzone del disco (Tutto ciò che serve)
vogliono far capire che sonorità avrà il resto
dell’album. Ascoltando ogni singolo pezzo si
nota la fortissima matrice punk rock che
caratterizza il trio.
I testi di tutte le canzoni (tranne la traccia
13, Domingo de manana), comprese le due “ghost
track”, sono in italiano. Questo fa capire la
voglia di originalità e sincerità che vive
all’interno del gruppo. Originalità e sincerità,
perché per un gruppo come i Dna2, giovanissimi,
sarebbe stato facile realizzare un cd con tutti
pezzi in inglese per essere più “internazionali”
(che fa rima con commerciali). Invece no, tutti
pezzi italiani con liriche molto pungenti con
casi di particolare eleganza stilistica (vedi
Berenice e Gelido) sottolineati e interpretati
dalla ruvida voce di Giuseppe Lo Bue (non sarà
un caso che sia lui l’autore dei testi).
Dal punto di vista musicale, come ho già detto all’inizio, è un album con un
sound abbastanza omogeneo dove il trio basso – batteria - chitarra alterna a
momenti di rilassamento momenti di forte incalzo ritmico.
C’è da dire che, anche se il punk prevede un
sound standard con i tre strumenti sopraccitati
in forte evidenza, una piccola parte dedicata
alle tastiere elettroniche per creare sottili
tappeti sonori o anche per veri e propri
“assoli” con sintetizzatori e processori per
tastiera non avrebbe intaccato l’idea che il
trio, di origine bolognese, voleva comunicare:
punk rock “nervoso” suonato con molta
professionalità abbinato a testi pungenti, con
una buona dose di originalità ed…in italiano.
Marco Meschis |