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La
recensione
di
Daniele Castiglia
15/01/2004 |
Catalogare un album all’interno di un genere
musicale non mi è mai piaciuto, credo che chiunque faccia musica abbia il
proprio approccio personale alla composizione, allo strumento e la propria
musicalità. Le etichette e la catalogazione in generi non soltanto nella musica,
nascono dall’esigenza dell’uomo di creare attorno a se un territorio innanzi
tutto nominabile, quindi familiare, conosciuto e per questo sicuro, all’interno
del quale potersi muovere senza timore e con disinvoltura. Dare un nome o una
definizione, sicuramente aiuta in questo intento; ma d’altro canto le
categorizzazioni ghetizzano un’artista, lo imprigionano all’interno di un
settore che in quanto tale è restrittivo. Ecco perchè non credo sia coretto
definire i Remorse una semplice band hardcore. Questo “Balance of Visions” è la
riedizione 2003 del secondo album della band veneta, pubblicato originariamente
nel 2001, contenente dieci pezzi e adesso arricchito da sei tracce live peraltro
di buona qualità e dal videoclip di “Face Scored with Scars”, che la band ha
girato per dare una marcia in più alla promozione dell’album. Il lavoro a un
primo ascolto presenta una band potente e aggressiva che si destreggia benissimo
all’interno dei binari tipici dell’Hardcore; ma subito salta all’orecchio il
fatto che è come se i Remorse volessero dirci di non fermarci al concetto di
Hardcore, ma di ascoltare la musica, godersela e basta; si nota il tentativo di
spingersi oltre il genere, che in quanto tale è fatto di certi cliché e di certe
coordinate, così molti pezzi risentono di varie influenze esterne al tipico
hardcore sound. Il disco parte con “Fear by Myself”, dove si ha un cantato quasi
thrash-metal, presente e pulsante il basso che diversifica tutto l’aspetto
ritmico del brano; bisogna segnalare la presenza imponente del basso un po’ in
tutto l’album, con linee quasi funky; in questo senso è veramente pregevole il
lavoro svolto da Daniele, vero motore della band che cattura l’attenzione fin
dal primo ascolto, dando ad ogni brano grande feeling e relegando la chitarra a
un ruolo di accompagnamento ritmico-armonico, anche se a dire il vero la band
sembra molto compatta ed equilibrata nel suo sound: che il titolo “Balance of
Visions” voglia significare proprio questo? Il secondo brano del CD è “Burn the
Lie (Why Was Jesus Crucified)”, pezzo molto bello e vario, dove in qualche
frangente compaiono i Metallca di “Leper Messiah”. Le radici hardcore non
vengono però rinnegate e infatti la traccia che segue, che ha per titolo “ ? “,
è un pezzo sicuramete più convenzionale, con un andamento più lineare (ma non
troppo) e un cantato molto più orientato sull’Hardcore-Punk, anche qui
piacevolissime le parti di basso. Segue una cover di “I Love You” pezzo dei
troppo sottovaluati Warrior Soul di Kory Clarke. I brani scorrono via veloci e
potenti, e per tutto il disco non si accusa alcun calo di tensione. Molto bella
è anche “Fight” dove i Remorse si avventurano addirittura in un intermezzo
reggae con tanto di organo a scandire il tempo in levare. Che dire poi di “State
Oppression”, grande cover degli altrettanto grandi Raw Power, la band dei
fratelli Codeluppi, qui addirittura cantata da Mauro‘MP’ Codeluppi in persona.
Chiude l’album “Against the Bass Without a Man”, che nulla toglie e nulla
aggiunge alla qualità complessiva del lavoro, peccato solo che il pezzo alla
fine sfumi in uno scialbo quanto anonimo giro di accordi al pianoforte
supportato da un contrabasso, sicuramente evitabile o migliorabile nella
composizione.
In definitiva
“Balance of Visions” è un album molto più che buono e in un paese come l’Italia
dove in genere ci si limita a rifare il verso alle grandi band straniere i
Remorse dimostrano intelligenza nell’inserire elementi nuovi e proporre un sound
che gli consente di ritagliarsi uno spazio proprio. Riguardo alla produzione
questa è sicuramente di buon livello, pulita ma non falsa, lascia traspirare
tutta l’energia della band, vitalità della quale ci si può rendere conto molto
bene anche nei sei brani dal vivo quattro dei quali già presenti in origine
nell’album. “Balace of Visions” è ricco di spunti che mettono in mostra capacità
e potenzialità ancora non completamente espresse dal gruppo.
Consigliatissimo
a tutti coloro che amano l’Hardcore ma anche a coloro che non si limitano solo a
questo.
Daniele Castiglia |