Da band promessa
del rock made in U.K. a volti da copertina delle
più autorevoli riviste di musica e non: Chris
Martin ha trascinato i Coldplay nella scalata al
successo planetario. Il loro disco d’esordio -
Parachutes - ha venduto 5 milioni di copie in
tutto il mondo, vincendo una manciata di premi
come NME e Q Awards, due Brits Awards nel 2001 e
il Grammy come Miglior Album Alternativo nel
2002.
Il loro secondo
album - A Rush of Blood To The Head - è
schizzato in cima alle classifiche di mezzo
mondo (Italia compresa) in una manciata di
giorni.
Il motivo del loro
successo?
Primo, Coldplay
sanno scrivere belle canzoni.
Sì, semplici
canzoni, pensate con in braccio una chitarra
acustica e il cuore in mano.
Secondo, i brani
che scrivono ti fanno venire voglia di piangere,
o forse urlare di gioia, sicuramente di vedere
le cose con un pizzico di positività e
lucentezza.
Terzo, Chris
Martin, il cantante nonché chitarrista (solo
acustica), ha una voce che, per la sua varietà
di intonazioni, per il suo stile ondeggiante e
ridondante (in senso buono), per la sua
semplicità, lucentezza ed emozionalità fa spesso
pensare a un mito come Jeff Buckley.
Quarto, nella loro
semplicità pop sanno scrivere canzoni agrodolci
che piacciono fin dal primo ascolto ed entrano
nella vita della gente.
Risultato?
Parachutes è stato
un hit internazionale.
A Rush of Blood To
The Head un successo planetario.
Nel frattempo
Chris Martin e soci hanno conquistato l'America
(i biglietti del live al Madison Square Garden
di New York "bruciati" in poche ore).
L'Italia è già da
tempo ai loro piedi, con migliaia di fans pronti
ad ascoltarli di nuovo dal vivo.
CENNI BIOGRAFICI
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Chris Martin è
cresciuto nel Devon, Will Champion a
Southampton, Guy Berryman in Scozia e poi nel
Kent, Jonny Buckland nel Galles settentrionale.
Si incontrano alla metà degli anni 90
all’University College di Londra e diventano
subito amici. Chris inizia a scrivere canzoni
insieme a Jonny. A Guy piace quel che gli fanno
sentire e si unisce a loro come bassista. Will è
talmente entusiasta di far parte del team che
rinuncia alla chitarra per passare alla
batteria. Tutti e quattro condividono la
passione per la musica e una ferma
determinazione a fare del proprio meglio. Si
incontrano per provare quasi tutte le sere:
"Suonavamo nei bagni, in cantina, perfino nel
parco - racconta Chris - Qualunque posto andava
bene per suonare”.
“Fin dall’inizio
eravamo ben decisi - aggiunge Jonny - E dal
momento in cui ho incontrato Chris ho pensato
che potevamo andare fino in fondo". |
Incidono un EP di
quattro brani stampandone 500 copie e nel 1998
ottengono di comparire al festival musicale In
the City a Manchester. Si accorge di loro Simon
Williams che li segnala all'etichetta Fierce
Panda per un singolo - Brothers And Sisters -
grazie al quale arrivaro all’accordo con
Parlophone. Firmano un contratto con una major
ma mantengono la loro indipendenza: hanno
coprodotto, infatti, entrambi i loro album e
sono coinvolti strettamente in tutte le fasi,
dai video alla parte grafica (persino la foto
sulla copertina di Parachutes è stata scattata
da loro).
A
RUSH OF BLOOD TO THE HEAD
Per A Rush of
Blood To The Head, hanno mantenuto lo stesso
team di Parachutes: Ken Nelson ha co-prodotto e
mixato il disco con il gruppo mentre Mark
Phytain ha curato la parte al computer.
I lavori sono
iniziati nell’ottobre 2001, e a Natale la
registrazione era già terminata. Tutti erano
contenti tranne la band. “Avevamo la sensazione
che le cose fossero andate fin troppo liscie”,
ricorda Jonny. ‘Eravamo soddisfatti, ma poi
abbiamo fatto un passo indietro e abbiamo capito
che non andava bene. Sarebbe stato facile dire
che avevamo fatto abbastanza, pubblicare un
album in modo da sfruttare l’onda del successo,
ma non abbiamo voluto. E ne sono felice, perché
adesso abbiamo in mano qualcosa che saremo
contenti di portare in tour per i prossimi due
anni”.
“Sebbene sia
riconoscibile il carattere Coldplay, questo
album ha toni più forti dell’altro, è più svelto
e più energico. Nello scorso disco c’era più
paura, più palese insicurezza, mentre qui quelle
sensazioni sono più nascoste”, dice Chris.
“Siamo cresciuti un po, abbiamo viaggiato molto
e incontrato tanta gente. E anche dal punto di
vista musicale abbiamo ascoltato tanto: Echo &
The Bunnymen, The Cure, PJ Harvey, Nick Cave,
New Order. Negli ultimi due anni siamo stati
come una spugna che assorbiva cultura. Ce la
siamo bevuta tutta e ora viene fuori in questo
disco. Si parla molto dell’energia e della
fiducia delle persone di fronte alle
preoccupazioni e alle incertezze”.
Durante una pausa
fra le registrazioni, lo scorso febbraio, Chris
ha intrapreso un viaggio ad Haiti e nella
Repubblica Dominicana con Oxfam nell’intento di
supportare la campagna a favore di un
cambiamento delle regole del commercio mondiale.
E’ stato un viaggio estenuante e intenso, con
lunghi spostamenti lungo rozze strade rurali per
andare a trovare comunità contadine impoverite
che lavorano duramente e le cui vite sono state
devastate dalle fluttuazioni nei prezzi del
caffé sul mercato mondiale o dalle importazion
di riso a prezzi da fame negli Stati Uniti. Al
ritorno, Chris si è esibito all’inaugurazione
della campagna per il Fair Trade (commercio
equo) a Trafalgar Square. Una causa sostenuta da
tutta la band.
“Chiunque si trovi
nella nostra posizione ha una certa
responsabilità,'spiega Guy.'Per quanto possa
sembrarci strano, molte persone leggono ciò che
diciamo, ci vedono in TV, comprano i nostri
dischi e ne leggono le copertine, e questa può
essere una grande base di partenza. Si può
sensibilizzare la gente ai problemi. A noi non
costa nulla, eppure se può aiutare qualcuno è
proprio ciò che intendiamo fare”. Ma spesso la
politica dell’album assume una sfumatura
personale. “Abbiamo fatto quest’album come se
ogni giorno fosse l’ultimo, volendo tirare fuori
tutto, e facendo tutto al massimo”, dice Chris.
“E’ importante
fare del nostro meglio e vivere ogni aspetto
della vita con convinzione. Trarre il meglio da
questa eccezionale opportunità, perché non
possiamo credere che ci sia stata semplicemente
regalata. E questo discorso si applica al nostro
gruppo come alla vita in genere”.
Per informazioni
sulla campagna di Oxfam a favore di un
cambiamento delle regole del commercio mondiale
visitate il sito
www.maketradefair.com.
X&Y
Per il loro terzo
album ‘X&Y’, ci è voluta una maratona di
18 mesi di lavoro prima che fossero pronti allo
sprint creativo dell’ultimo minuto fino al
traguardo. Ma quando la tua musica ti
appassiona, sei disposto a fare qualunque cosa.
“Ci siamo spinti più in là che abbiamo
potuto,” spiega il chitarrista Jonny
Buckland. “Avevamo bisogno di sentire che ci
eravamo evoluti, che eravamo eccitati all’idea e
non volevamo farlo uscire finche non fosse stato
pronto.”
Ed è valsa la pena
aspettare. ‘X&Y’ è un grande album nel vero
senso della parola. Le canzoni sono grandiose.
La musica è a volte tranquilla ed intima, ma
alter volte costruisce un suono massiccio e
stratificato che risulta nuovo per i Coldplay. I
testi trattano di grandi argomenti, come la vita
e la morte, l’amore e la perdita, l’essere
affascinati dal mondo intorno a noi ma anche
l’accettare che certe cose non si possono capire
completamente. “In matematica la X e la Y
erano sempre le risposte, ma nella vita nessuno
sa,” dice Chris. “Per me l’album parla di
queste domande senza risposta, e di cosa si
dovrebbe fare riguardo al fatto che non si
possano spiegare tutte le variabili sconosciute.”
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