La vostra
vita artistica è abbastanza breve, anche se già molto intensa e piena di
soddisfazioni, parlateci un po’ di come siete arrivati a questo punto e
soprattutto come vi siete trovati fra di voi, e quale è il vostro “stile”.
In realtà
l’esistenza del musicista non è così eccitante come suggerirebbe l’immaginario
comune… anche per questo i pesi piuma del rock'n'roll come noi conducono
esistenze svogliatamente casuali, e similmente al ragno attendono il momento
buono per aggredire il palco con tutte le proprie energie. Grazie a dio esiste
il cube libre.
Degli artisti
del passato chi vi ha influenzato maggiormente. Avete origini musicali comuni, o
no?
L’affinità
musicale si è subito creata lavorando sui pezzi degli Styles, che sono pensati
apposta per toccare nel vivo un pubblico variegato come il vomito di Luke a
capodanno. Sempre sulle mastodontiche tracce, come è chiaro, dei Beatles.
Come nasce la
vostra musica? Dite spesso che nasce di getto, sia la parte musicale che le
parole, raccontateci anche se, ed eventualmente cosa, pensate di trasmettere a
chi vi ascolta quando componete un brano.
Non avendo
produttori, fonici o tecnici di alcun genere, si creano spesso sovrapposizioni
tra il pensiero e il suono che esce dalle casse. Questo è un enorme vantaggio
dell’autoproduzione (artistica). Una canzone può nascere da un suono, da un loop,
da una frase… e può essere arrangiata con ogni strumento seguendo le regole di
qualsiasi genere al mondo… o mischiando tutto, magari suonando tutto quello che
è suonabile e poi lavorando in sottrazione fino ad arrivare a un risultato di
cui sei comunque l’unico arbitro. Produrre una canzone è di gran lunga il gioco
più bello del mondo. Dichiarazione alquanto coraggiosa, nell’anno del curling…
Negli ultimi
tempi siete spesso in giro, avete un’attività “live” molto intensa, come sono i
rapporti fra di voi, siete legati da un rapporto solo professionale o anche da
amicizia.
Il tour non è
mai intenso quanto lo vorremmo, essendo cresciuti nutriti dai racconti di grandi
tour americani come quello dei Led Zeppelin, degli Who, il tour mondiale degli
Stones… è la mitologia del rock'n'roll e fa sì che in Italia una band come la
nostra si senta un po’ in trappola… ma non abbiamo mai avuto intenzione di
fermarci.
Andando in
giro per l’Italia siete interessati a conoscere la cultura del posto che
visitate, e se si riuscite ad approfondire questa conoscenza?
Notavo di
recente come il fatto di essere in un posto “perché ci sei a suonare” stimoli
quella minuscola parte del cervello adibita a immagazzinare informazioni di
carattere culturale… questo non significa che la frenesia del tour e
l’abbondante annaffiatura non abbiano la capacità di fare terra bruciata di
tutte le conoscenze acquisite. Non per niente la domanda più frequente sul tour
bus è “dove siamo?”. No, aspetta… è “chi ha scorreggiato?”.
In
particolare siete interessati alla cultura gastronomica del territorio o siete
legati ad un vostro modo di approccio al cibo?
Sicuramente il
modo più veloce e piacevole per apprezzare le differenze tra le località in cui
suoniamo, è aspettare di mettersi a tavola… anzi, spesso ci perdiamo in lunghe
discussioni su come i sapori dei vari panini degli autogrill cambino di regione
in regione.
Qualcuno di
voi ha un buon rapporto con i fornelli, diventando così il cuoco del gruppo, e
se si che tipo di pietanze è portato a preparare?
In realtà è
Steve la "donna" di casa, ed è famoso per i suoi tortellini freddi, con contorno
di pringles e olive. Il tutto accompagnato da una buona birra da 66. Purtroppo a
parte questi clamorosi exploit culinari, non cuciniamo quasi mai.
Tra le cucine
regionali con cui fino adesso siete venuti a contatto, quale vi ha impressionato
di più e perché?
Sicuramente
quella valtellinese. L’abbinamento dei piatti tipici con i vini e i formaggi è
una cosa praticamente spontanea.
E con il vino
che rapporto avete, e quali sono i vini che preferite?
Ottimo rapporto.
Amiamo Chianti, Dolcetto d’Alba e Primitivo di Manduria. Possibilmente mischiati
in una caraffa, con del ghiaccio e tre cannucce. In realtà non sappiamo un cazzo
di vini. Si dividono solo in buoni e cattivi. E comunque non facciamo mai troppe
storie…
Confrontando
due forme d’arte come la musica e la cucina, quale accostamento vi sentite di
fare fra di esse?
Sono di sicuro
ambedue necessità. Che possono essere molto divertenti. E fare da preludio a una
scopata. Ancora meglio da sottofondo. No, davvero: per Luke è normale mangiarsi
un panino durante. Non scherzo.
Cercate di
trovare una pietanza che pensate “musicale” e un tipo di musica che sentite
“gustoso”.
La mia infanzia
è stata segnata dalle chiavi di violino, che masticate a ritmo producevano un
suono tipo una cabasa… una musica gustosa, non saprei… odio la musica a tavola.
Tornando alla
vostra musica, siete in giro per l’Italia a suonare dal vivo, riscuotendo un
ottimo successo, a cosa pensate sia da attribuire tutto ciò?
Ho sempre
ascoltato i Beatles. Tanto. Loro non hanno mai fatto una musica “esagerata” per
sorprendere a tutti i costi. Al contrario hanno settato quelli che sono gli
standard della “musica buona”, con una serie di scelte sempre vincenti, grazie
al fatto di essersi resi comprensibili a tutti. Questa è la direzione che mi
piacerebbe aver preso.
Per quanto
riguarda il live invece ci ispiriamo alle più grandi band live di adesso, che a
mio avviso sono i Foo Fighters e gli Hives. E i Rancid, cazzo!
Cosa bolle in
pentola per il prossimo futuro degli Styles?
Primo disco
(sai, avendo 150 pezzi già registrati…) e tour, probabilmente con un primo passo
fuori dall’Italia. E forse una sorpresona electroclash per l’estate!!!
Per finire:
un vostro personale saluto ai visitatori di Spaghettitaliani e Musica e teatro.
O community di
grassoni, arraffoni, ingordi e impenitenti, trangugiatori di torta fritta con la
coppa ‘ncoppa, may the style be with you.
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