Musica e Teatro - Magazine dedicato allo spettacolo by Spaghettitaliani.com

 

 

Introduzione alla Rubrica e indice di tutti i numeri

 

14 Marzo 2007

Intervista a Guido de The Styles

 


 

INTERVISTA A GUIDO STYLE

di Luigi Farina

 

14 Marzo 2007 - Dopo uno scambio di un paio di e-mail con Guido de The Styles, decidiamo a proporre un'intervista via e-mail, anche se non sono quelle che preferisco; tuttavia, devo dire, che questa volta rileggendola penso sia riuscita abbastanza bene. Gli Styles, provenienti da Como, è senza ombra di dubbio un gruppo emergente che sta avendo un buon successo di pubblico nei loro concerti, per la grinta e la pulizia con cui si presentano, offrendo uno spettacolo grintoso e coinvolgente al tempo stesso.

 


La vostra vita artistica è abbastanza breve, anche se già molto intensa e piena di soddisfazioni, parlateci un po’ di come siete arrivati a questo punto e soprattutto come vi siete trovati fra di voi, e quale è il vostro “stile”.

In realtà l’esistenza del musicista non è così eccitante come suggerirebbe l’immaginario comune… anche per questo i pesi piuma del rock'n'roll come noi conducono esistenze svogliatamente casuali, e similmente al ragno attendono il momento buono per aggredire il palco con tutte le proprie energie. Grazie a dio esiste il cube libre.

 

Degli artisti del passato chi vi ha influenzato maggiormente. Avete origini musicali comuni, o no?

L’affinità musicale si è subito creata lavorando sui pezzi degli Styles, che sono pensati apposta per toccare nel vivo un pubblico variegato come il vomito di Luke a capodanno. Sempre sulle mastodontiche tracce, come è chiaro, dei Beatles.

 

Come nasce la vostra musica? Dite spesso che nasce di getto, sia la parte musicale che le parole, raccontateci anche se, ed eventualmente cosa, pensate di trasmettere a chi vi ascolta quando componete un brano.

Non avendo produttori, fonici o tecnici di alcun genere, si creano spesso sovrapposizioni tra il pensiero e il suono che esce dalle casse. Questo è un enorme vantaggio dell’autoproduzione (artistica). Una canzone può nascere da un suono, da un loop, da una frase… e può essere arrangiata con ogni strumento seguendo le regole di qualsiasi genere al mondo… o mischiando tutto, magari suonando tutto quello che è suonabile e poi lavorando in sottrazione fino ad arrivare a un risultato di cui sei comunque l’unico arbitro. Produrre una canzone è di gran lunga il gioco più bello del mondo. Dichiarazione alquanto coraggiosa, nell’anno del curling…

 

Negli ultimi tempi siete spesso in giro, avete un’attività “live” molto intensa, come sono i rapporti fra di voi, siete legati da un rapporto solo professionale o anche da amicizia.

Il tour non è mai intenso quanto lo vorremmo, essendo cresciuti nutriti dai racconti di grandi tour americani come quello dei Led Zeppelin, degli Who, il tour mondiale degli Stones… è la mitologia del rock'n'roll e fa sì che in Italia una band come la nostra si senta un po’ in trappola… ma non abbiamo mai avuto intenzione di fermarci.

 

Andando in giro per l’Italia siete interessati a conoscere la cultura del posto che visitate, e se si riuscite ad approfondire questa conoscenza?

Notavo di recente come il fatto di essere in un posto “perché ci sei a suonare” stimoli quella minuscola parte del cervello adibita a immagazzinare informazioni di carattere culturale… questo non significa che la frenesia del tour e l’abbondante annaffiatura non abbiano la capacità di fare terra bruciata di tutte le conoscenze acquisite. Non per niente la domanda più frequente sul tour bus è “dove siamo?”. No, aspetta… è “chi ha scorreggiato?”.

 

In particolare siete interessati alla cultura gastronomica del territorio o siete legati ad un vostro modo di approccio al cibo?

Sicuramente il modo più veloce e piacevole per apprezzare le differenze tra le località in cui suoniamo, è aspettare di mettersi a tavola… anzi, spesso ci perdiamo in lunghe discussioni su come i sapori dei vari panini degli autogrill cambino di regione in regione.

 

Qualcuno di voi ha un buon rapporto con i fornelli, diventando così il cuoco del gruppo, e se si che tipo di pietanze è portato a preparare?

In realtà è Steve la "donna" di casa, ed è famoso per i suoi tortellini freddi, con contorno di pringles e olive. Il tutto accompagnato da una buona birra da 66. Purtroppo a parte questi clamorosi exploit culinari, non cuciniamo quasi mai.

 

Tra le cucine regionali con cui fino adesso siete venuti a contatto, quale vi ha impressionato di più e perché?

Sicuramente quella valtellinese. L’abbinamento dei piatti tipici con i vini e i formaggi è una cosa praticamente spontanea.

 

E con il vino che rapporto avete, e quali sono i vini che preferite?

Ottimo rapporto. Amiamo Chianti, Dolcetto d’Alba e Primitivo di Manduria. Possibilmente mischiati in una caraffa, con del ghiaccio e tre cannucce. In realtà non sappiamo un cazzo di vini. Si dividono solo in buoni e cattivi. E comunque non facciamo mai troppe storie…

 

Confrontando due forme d’arte come la musica e la cucina, quale accostamento vi sentite di fare fra di esse?

Sono di sicuro ambedue necessità. Che possono essere molto divertenti. E fare da preludio a una scopata. Ancora meglio da sottofondo. No, davvero: per Luke è normale mangiarsi un panino durante. Non scherzo.

 

Cercate di trovare una pietanza che pensate “musicale” e un tipo di musica che sentite “gustoso”.

La mia infanzia è stata segnata dalle chiavi di violino, che masticate a ritmo producevano un suono tipo una cabasa… una musica gustosa, non saprei… odio la musica a tavola.

 

Tornando alla vostra musica, siete in giro per l’Italia a suonare dal vivo, riscuotendo un ottimo successo, a cosa pensate sia da attribuire tutto ciò?

Ho sempre ascoltato i Beatles. Tanto. Loro non hanno mai fatto una musica “esagerata” per sorprendere a tutti i costi. Al contrario hanno settato quelli che sono gli standard della “musica buona”, con una serie di scelte sempre vincenti, grazie al fatto di essersi resi comprensibili a tutti. Questa è la direzione che mi piacerebbe aver preso.

Per quanto riguarda il live invece ci ispiriamo alle più grandi band live di adesso, che a mio avviso sono i Foo Fighters e gli Hives. E i Rancid, cazzo!

 

Cosa bolle in pentola per il prossimo futuro degli Styles?

Primo disco (sai, avendo 150 pezzi già registrati…) e tour, probabilmente con un primo passo fuori dall’Italia. E forse una sorpresona electroclash per l’estate!!!

 

Per finire: un vostro personale saluto ai visitatori di Spaghettitaliani e Musica e teatro.

O community di grassoni, arraffoni, ingordi e impenitenti, trangugiatori di torta fritta con la coppa ‘ncoppa, may the style be with you.
 

-

Ideato e realizzato da Luigi Farina ( LuigiFarina@musicaeteatro.com )

ottimizzato per 1024x768 pixel

Musica e Teatro

Magazine dedicato allo spettacolo

Redazione musica: musica@musicaeteatro.com

segnalato da Spaghetti Italiani - Portale di Gastronomia