Cominciamo
dal progetto "Modà", parlatemi un po' di voi e da dove nasce l'idea di creare il
vostro gruppo.
Tino:
Il gruppo Modà, così come è adesso, nasce circa tre anni fa. In realtà arriviamo
anche da prima, io e Kekko ci conosciamo da molto più tempo, poi un po' alla
volta si sono uniti prima Paolo alle tastiere, poi Diego e Stefano,
rispettivamente alla chitarra elettrica e basso, e per ultimo Manuel che suona
la batteria, che abbiamo conosciuto abbastanza per caso, quando si stava
registrando il primo lavoro autoprodotto, lui faceva il fonico, a noi serviva un
batterista ed è così che si è unito a noi, è stata un po' una casualità.
Arriviamo comunque tutti da esperienze abbastanza diverse, così come sono
diversi i generi che normalmente ognuno di noi ascolta. Abbiamo trovato questo
denominatore comune che è il post rock italiano, perchè noi cantiamo in
italiano, e cerchiamo comunque di dargli sfumature che arrivano abbastanza
naturalmente, proprio perchè ognuno di noi nel modo di suonare ha influenze
diverse. Speriamo che questa possibilità che ci viene data di suonare a Sanremo,
ci permetta in futuro di aumentare la nostra attività dal vivo, perchè è stato
sempre quello per cui abbiamo combattuto, e che spesse volte ci è stata negata
proprio perchè suonavamo sempre pezzi nostri, e non delle cover.
Ho ascoltato attentamente il vostro CD e devo
dire che mi è abbastanza piaciuto, vorrei parlare di un brano in particolare,
che mi pare che proprio adesso è in promozione radiofonica, e cioè di "Nuvole
di rock", dove Kekko dice che la musica può raggiungere "l'impianto più
limpido", cioè il cielo, per raggiungere la pace. Quanto del mondo che vi
circonda c'è nelle vostre canzoni?
Tino:
Ci fa molto piacere che ti piaccia quella canzone, perchè piace molto anche a
noi su due livelli, sia dal punto di vista musicale che del testo. Dal punto di
vista musicale ti posso dire che li dentro c'è tutta la storia dei Modà, è
venuta bene anche quando l'abbiamo registrata in studio, quindi siamo
soddisfatti dal punto di vista musicale. Per quanto riguarda il testo, anche
quello racconta tutto quello che è venuto prima del disco, e penso sia un po' un
urlo della nostra frustrazione di non riuscire a farci sentire, la nostra voglia
di arrivare alla gente, di raccontarci, di suonare, quindi è proprio una canzone
che ci rappresenta da tutti i punti di vista, sia dal punto di vista musicale
che di quello che vogliamo trasmettere: è l'universo dei Modà, racchiuso in una
canzone. Siccome non sei il primo che ci dice che è stato colpito da questa
canzone, ci fa molto piacere, vuol dire che è arrivato il messaggio che volevamo
mandare. In linea generale tutti i testi vengono scritti da Kekko, e sono storie
di tutti i giorni, della nostra vita, della vita che abbiamo vissuto, quindi la
realtà entra molto nel disco. La maggior parte sono tutte storie o
autobiografiche o raccontate da qualcuno che ci sta vicino, anche se li scrive
Kekko, non sono tutte storie che ha vissuto lui in prima persona, per esempio
nella canzone "Uomo diverso", gli ho raccontato io una storia che avevo
vissuto, quindi la realtà è predominante proprio nella stesura del testo. La
realtà non intesa in senso di quello che succede nel mondo, ma quello che
succede a noi in prima persona, anche se poi alla fine abbiamo visto che
incontra quella di tantissime persone, più di una ha detto: "Cazzarola, sono
proprio le parole che cercavo io per dire quello che mi è successo!". Quindi
dalla storia particolare si arriva a raccontare qualcosa di universale.
Penso che vivete insieme parecchio tempo della
vostra giornata, qual'è il vostro rapporto al di fuori della musica, per esempio
intorno a tavola?
Tino:
Ti posso dire che l'aspetto culinario è uno di quelli più piacevoli da quando
abbiamo iniziato questa avventura, infatti ci chiamano gli "Spazzolatori Modà",
perchè quando siamo ad un catering o ad una cena, spazzoliamo tutto, quindi il
nostro rapporto col cibo è meraviglioso. Inoltre il fatto di trovarsi a cena
rappresenta per noi un momento di confronto fondamentale, infatti molte delle
discussioni più serie arrivano proprio quando ci troviamo intorno ad un tavolo
tutti assieme. Intanto che mangiamo, che fra l'altro è una cosa che fa piacere a
tutti e sei, si discute. Un tempo i grandi condottieri, ad esempio Alessandro
Magno, preparavano i piani di battaglia durante i banchetti, chiaramente
allungando il vino con dell'acqua, noi il vino con l'acqua non l'allunghiamo ma
prepariamo le nostre battaglie a suon di forchettate.
Qualcuno di voi oltre a banchettare se la cava
anche davanti ai fornelli, e se si cosa amate cucinare?
Tino:
Un po' tutti veramente.
Manuel:
Per esempio una volta ad un buffet, tanto per cambiare, io e Paolo ci siamo
messi a fare le crepes col prosciutto, abbiamo sostituito i camerieri, ci siamo
fatti dare la crepiera ed abbiamo fatto da mangiare noi. Io, che sono veneziano,
preferisco cucinare cose con la cipolla e a base di pesce, le mazzancolle.
Paolo:
Io non ho delle preferenze su una zona precisa d'Italia, mi piace un po'
scoprire quelli che sono i piaceri della buona tavola di tutta l'Italia, perchè
sono diversi e variegati, quindi spazio dal pesce e il piccante del meridione,
ai piatti un po' più classici, o ad altri piatti del nord. Però un piatto che
prediligo in modo particolare e che ho imparato a fare piuttosto bene, che ho
conosciuto a Mantova, sono i bigoli al torchio con guanciale pecorino ed aceto
balsamico, che ti consiglio perchè è un piatto incredibile.
E con il vino che rapporto avete?
Tino:
Ti dico, qui intorno alla scrivania dove ci troviamo adesso c'è una bottiglia di
vino vuota, era un Sanleuccio Rosso pugliese, arrivato da Brindisi. E visto che
arrivava da Brindisi, abbiamo pensato bene di brindare.
Visto che la bottiglia è ormai vuota, torniamo
alla musica. Quale è il vostro stato d'animo per questa avventura che vi
apprestate a vivere a Sanremo e cosa è significato per voi vivere accanto a
Mogol, che penso si possa considerare il papà dei parolieri italiani?
Tino:
Dal punto di vista culinario è stata una settimana eccezionale, abbiamo mangiato
in una maniera straordinaria. Per quanto riguarda invece la nostra esperienza, è
stata bellissima.
Manuel:
Una specie di ritiro spirituale.
Tino:
Esatto! Perchè comunque eravamo tutti giovani, quindi ci ha aiutato molto a
legare fra di noi, e penso ci servirà tantissimo, quando saremo poi a Sanremo, a
non sentirci troppo soli. Comunque abbiamo visto che la maggior parte degli
altri ha vissuto i nostri stessi stati d'animo, di sofferenza per non trovare lo
spazio per far sentire la propria musica, della soddisfazione di essere arrivati
a questo traguardo, dalla voglia di suonare. Una volta terminati tutti gli
impegni istituzionali, i vari incontri, che fra l'altro si sono rivelati molto
utili, anche perchè abbiamo conosciuto tutte le persone che lavorano attorno al
festival, dal direttore alla fotografia, al regista, lo scenografo, tutte
persone molto disponibili, che ci hanno dato una mano ad entrare di più in
questo meccanismo, che abbiamo visto che è veramente enorme. Una volta finito
tutto questo sono partiti dei mini concerti, delle jam session, dove tutti han
fatto vedere che hanno voglia di suonare.
Manuel:
Si finiva praticamente ogni sera alle 3.
Tino:
Esatto! Dormire poco, ma è stata veramente un'esperienza bellissima. Oltre,
ovviamente. all'emozione di conoscere uno come Mogol, che ha scritto la storia
della musica popolare italiana, quindi è stata un'emozione formativa, da
tantissimi punti di vista, che ci ha aiutati ad essere più preparati a quello
che vivremo fra un mesetto.
A parte Sanremo, quali sono i vostri programmi
futuri?
Tino:
Noi vogliamo suonare dal vivo! Stiamo preparando un po' di cose, comunque
l'obbiettivo è quello di girare un po' e di suonare, perchè ne abbiamo tanta
voglia. Speriamo che questo passo dell'Ariston ci permetta di ingrandire un po'
il numero di persone che ha voglia di sentirci. Noi abbiamo tanta voglia di
farci sentire, di suonare dal vivo, e speriamo di averne la possibilità sempre
di più in futuro.
Per finire un vostro saluto ai visitatori di
spaghettitaliani e musica e teatro:
Tino:
Siccome anche la cucina è una meravigliosa forma d'arte, speriamo che mangerete
degli ottimi piatti, ascoltando il nostro disco.
Diego:
I Modà si accompagnano bene con un buon piatto di lasagne, e per finire un
ottimo tiramisu, che alimenta gli animi.
Ringrazio i Modà per la disponibilità e la simpatia che mi hanno dimostrato e
li saluto con un grosso in bocca al lupo per la loro prossima avventura
sanremese, ma sopratutto per il loro futuro musicale. |