Le Ricette di Gian Maria Le Mura - Chef

GianMaria Le Mura

Strangolapreti farciti con spinaci in tempura rivisitati

Verdure, ortaggi

Dosi per: 11

400 gr di pane raffermo inumidito con poca acqua
400 gr di erbette o spinaci cotti, salati e tritati
Ricotta 200 gr per farcire
50 gr Foglie di spinaci
gr 100 Fecola
gr 50 Latte
gr 100 Panna
1 Bianco d'uovo
2 uova intere
2 olive Verdi
pane grattato qb

Attrezzatura:
Un tagliere
Una pentola con acqua
Una schiumarola
Una padella di rame
Una pinza
Friggitrice
Buone mani.


Regione: Trentino Alto Adige

Esecuzione:

Impastare gli ingredienti aggiustando di sale su un piano infarinato e aggiungendo pan grattato (no farina !) fino ad ottenere un composto abbastanza consistente,ne troppo morbido ne troppo duro.Lasciare riposare l impasto mezz' ora coperto e poi procedere a comporre gli gnocchi di circa 2,5cm di lunghezza x 1cm. Schiacciarli farcirli con la ricotta resa a crema e richiuderli .Fare una tempura con la fecola il latte ed il bianco d'uovo , immergere le foglie di spinaci e friggerli in grande olio . metterli da parte in caldo .
Infarinarli leggermente e gettarli nell acqua bollente fino a che riaffiorano a galla e tuffarli nella panna ( fresh cream ) precedentemente ristretta in padella ..lasciadola liquida .Condirli in fondina da primi piatti special come in foto con burro fuso e salvia e abbondante Trentin Grana mezza oliva le foglie di tempura appoggiate e lo sfondo con la panna liquida ma calda. Servite.

Vino abbinato:

Schiava Gentile cantine Mezzocorona

Note:

Nome che deriva da una goduriosa leggenda popolare. Riferita alla bramosia e all'ingordigia di un prete di campagna. Il quale dopo una battuta di caccia andata a vuoto. tornava a casa, nella sua canonica, quanto mai arrabiato .Era talmente agitato e vorace che divorò in un baleno la vivanda preparata dalla sua perpetua: gnocchi di pane con verdure. Ingurgitò talmente in fretta che - fattisi in nodo alla gola - sarebbe rimasto soffocato, se la pietosa fantesca, null'altro rimedio vedendo, tra collo e schiena sempre più forti iterando le pugna, non gli faceva saltar dal gozzo, per via dalla bocca, l'intricata vivanda. .



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