Vi chiederete come
sia possibile coniugare tutte queste
caratteristiche: facile quando si ha a che fare
con i Montefeltro, che ha fato del turismo
sostenibile una bandiera del proprio essere. Ciò
significa che il turismo, notevolmente in
crescita negli ultimi anni, è andato aumentando
in maniera del tutto naturale, senza forzature.
Quindi non solo è rimasto “sostenibile” ma è
addirittura esso volano di sviluppo a favore
della gastronomia. La cultura culinaria della
zona è stata da sempre legata alle produzioni di
tipicità tradizionali locali che è considerato
oggigiorno il parametro vincente di uno sviluppo
turistico locale. Si capisce bene come il
“cerchio” si chiuda alla perfezione. Non
dimentichiamo infatti che prodotti come il “Bostrengo”,
un dolce pulisci-credenza era stato praticamente
rilegato al ruolo di specialità rintracciabile
nei documenti, mentre è oggi un prodotto
richiestissimo da tutti i turisti, sia dagli
“scampagnanti” domenicali che dai turisti di
lontananza. Naturalmente questo prodotto,
anti-industriale per eccellenza, viene
riproposto solamente in determinati forni,
agriturismi e ristoranti che hanno magari
innovata la ricetta, ci hanno messo qualche
“fiocchetto” in più, suggerito dai pensieri
della cucina moderna, ma non hanno di certo
sconvolto la formula originale, che prevedeva
l’utilizzo di latte, frutta secca, riso e pane
raffermo tra i propri ingredienti. La cucina si
esalta anche attraverso dei particolari
ristoranti che hanno scelto un taglio
particolarmente alto, non a caso i miglior Chefs
della provincia (a detta di illustri e
conosciutissime guide) sono quelli che lavorano
nell’interno della provincia, e soprattutto nel
Montefeltro.
Acconto allo stile
raffinato beh, c’è tutta l’anima rustica che
impasta quintali di cappelletti, ravioli e
gnocchi che andranno combinati con i capponi e i
funghi più profumati della zona. E badate bene
che i funghi ve li raccolgono sotto il naso! Non
hanno niente da nascondere “i vecchi”delle
famiglie rurali. E come si comprende facilmente,
risulta veramente difficile incappare nello
stesso medesimo sapore tutte le volte che si
mangia un piatto, perché quel fungo potrebbe
essere stato raccolto in ambiti spaziali e
temporali diversi. Dipende dalla stagione e
dalla voglia del “vecchio” e dall’umore del
cuoco. A parte gli scherzi, in qualche casa si
assiste al fenomeno opposto a quello della
modernizzazione delle ricette. Infatti capita
che sia nella produzione del prodotto tipico che
nella formulazione della ricetta ci sia una
consapevole volontà del ritorno alle origini. Mi
riferisco in particolare ad alcuni salumi quale
il Prosciutto Aromatizzato del Montefeltro,
visto che la tendenza attuale è quella di
allevare suini appartenenti a razze ormai
scomparse secondo un metodo semibrado e quindi
con alimenti estremamente residuali.
Come si è visto la
gastronomia del Montefeltro, sia che si proietti
al passato che al futuro, è comunque tutta da
godere, a favore del nuovo turismo rurale |