Da quando è
nata, più di 30 anni fa, la Nuova Compagnia di
Canto Popolare, ha continuato, nonostante i
diversi avvicendamenti di formazione, a portare
in giro per il mondo con successo la cultura
napoletana, qual'è il segreto di questo
successo?
Ovviamente un gruppo che dura trent'anni deve
avere un segreto dietro, qualche cosa di
diverso. La Compagnia in trent'anni è stato un
gruppo che non si è mai fermata alle cose che ha
fatto, ma è andata sempre avanti, ha esplorato
nuovi sentieri, quasi come un corpo che ha
bisogno di nuovo sangue, di linfa vitale
diversa, se il sangue si ferma il corpo muore.
Noi abbiamo sempre esplorato queste strade
diverse, abbiamo fatto degli esperimenti
particolari, abbiamo contaminato la nostra
musica, non nel senso che si pensa quasi sempre
di lasciare qualcosa di impuro, di radioattivo,
ma nel senso di andare a scoprire altre musiche,
al Mediterraneo, che è stato agli inizi degli
anni '90 il nostro punto di riferimento, oggi se
ne parla dappertutto, noi siamo stati forse i
primi che abbiamo capito che appartenevamo ad
una razza, ad un gruppo di persone che avevamo
tante cose in comune, storie in comune, musiche
in comune, miti in comune. Quindi abbiamo usato
anche le loro musiche nelle nostre canzoni, come
agli inizi degli anni '90 che siamo andati a
Sanremo con un brano che aveva sicuramente delle
influenze spagnole, d'altra parte Napoli nei
secoli ha avuto tutte le dominazioni possibili e
immaginabili, e di conseguenza è una città di
per se stessa piena di elementi diversi ed è per
questo che è particolare. Quindi la Compagnia in
questi tempi ha seguito un percorso particolare
e non si è mai fermata in questo percorso, è
sempre un gruppo in movimento. Il concerto che
sentirete stasera a Palermo per il Teatrodelsole
Festival, è senz'altro un concerto diverso di
quello che potevi sentire 3 anni fa, o 5 anni
fa, o 6 anni fa, è questo sviluppo evolutivo che
è la bellezza della Compagnia, anche nel
reinterpretare i brani e di eseguirli con nuove
sonorità. L'ultima volta che siamo stati a
Palermo è stato qualche anno fa su Monte
Pellegrino e chi ci riascolterà oggi noterà la
differenza, poi è molto bella questa atmosfera
di Villa Trabia, con questo palco immerso in
questi alberi bellissimi, che sono un po' come
noi, che continuano a resistere, ma continuano a
rilasciare il profumo dei loro fiori nello
stesso modo di come facevano un centinaio di
anni fa.
Voi portate in giro la cultura napoletana in
tutto il mondo, ma cosa vi portate dietro della
cultura gastronomica della vostra terra?
Noi siamo un gruppo che abbiamo girato il mondo
in lungo e in largo, non penso non ci siano
stati posti in cui non siamo stati, mancava
l'Islanda, ma la facciamo a Maggio. Noi siamo un
gruppo che quando andiamo in giro, a differenza
di tanti altri italiani, che quando vanno
all'estero cercano i ristoranti italiani, ci
piace assaggiare tutto quello che ci offre il
posto, perchè penso sia importante per capire la
cultura del posto, le tradizioni diverse dalle
nostre, e devi entrarci in pieno, e si deve fare
anche cercando di capire quello che mangiano,
anche perchè ognuno di noi alla fine è
l'espressione di quello che mangia.
Devo dire che qualche volta troviamo degli usi
non molto vicini ai nostri, che ci lasciano un
po' perplessi, come per esempio in Giappone che
usano cibarsi di pesce crudo, cosa che cozza con
le nostre abitudini, da noi per esempio si dice:
"carne cruda, pesce cotto". Spesso in posti dove
la cucina è proprio fuori dai nostri canoni,
preferiamo avvicinarci alla cucina cinese, che
qualche volta ci salva, per esempio a Londra non
riuscivamo a trovare nulla di interessante, era
tutto molto orrendo, e siamo andati in un
ristorante cinese, anche se Pasquale, il nostro
bassista, non è molto d'accordo, lui preferisce
per esempio la cucina greca. E' ovvio che il
Mediterraneo è la zona del mondo che ha la più
splendida e bella cucina del mondo, Grecia,
Marocco, Tunisia, Algeria, Spagna, Francia, è
una cucina diversa, le spezie gli odori che
abbiamo noi nel Mediterraneo sono unici, e poi
sono quelli che rendono prezioso un cibo.
E che rapporto avete con il vino?
Io sono uno che non beve molto vino, ma ama il
buon vino, poi noi napoletani abbiamo dei
prodotti che sono eccelsi, degli ottimi vini,
quà c'è Pasquale che può confermare, che so il
Fiano di Avellino, che è uno dei migliori
bianchi che ci sono in giro, ci sono pure delle
piccole cantine che fanno degli ottimi vini,
come il Regina Sofia, un bianco veramente
ottimo. Poi nel mediterraneo ci sono delle perle
come il Passito di Pantelleria di Salvo Murano,
che è il migliore in assoluto, l'unico che viene
ancora preparato tenendo l'uva a macerare sulle
rocce, con la preparazione all'antica. Come vedi
oltre che di musica siamo ferrati anche in
eno-gastronomia.
Adesso ritorniamo alla vostra musica, cosa ci
porterà il futuro della Nuova Compagnia?
Te l'ho detto, la Compagnia è un gruppo in
viaggio, ci porta alla scoperta di altre terre,
come facevano una volta i vecchi navigatori,
andiamo avanti, continuiamo a veleggiare su
questa barca, con il vento a favore, ed incontri
tante altre storie da raccontare. Il futuro
della Compagnia penso sia ancora denso di storia
e di musica.
E come dischi, visto che l'ultimo risale al
2001, ne avete in preparazione qualcuno di
nuovo?
il nostro ultimo CD, la voce del grano, non è
proprio così vecchio, lo abbiamo fatto a fine
2001 e si è cominciato a vendere all'inizio del
2002, per cui è un'anno è mezzo che è in
vendita. Vedi noi facciamo i dischi quando ne
sentiamo l'esigenza, non siamo comandati da case
discografiche o da interessi economici, anche se
oggi nella discografia non esistono più
interessi economici. Noi facciamo il disco
quando reputiamo di avere qualcosa di
interessante da dire e da lasciare sul CD. Il
prossimo disco lo potremmo fare fra 3 mesi come
fra 3 anni, non ci interessa più di tanto.
Ringrazio la
Nuova Compagnia per la disponibilità e
l'allegria con cui mi hanno accolto e li saluto,
dando loro appuntamento per il concerto della
sera, che seguirò con molto interesse.
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