Ghigo Renzulli
Il nome Litfiba
ricorda, nelle ultime due lettere, la via dove
si trovava la cantina dove sono nati i Litfiba.
Cantina fa pensare anche al vino, qual'è il tuo
rapporto con il vino e anche con il cibo?
Il mio rapporto
con il vino non è molto buono, non sono
assolutamente un bevitore, cioè non bevo quasi
mai. Superalcolici quasi mai, vino pochissimo, e
se lo bevo, lo bevo solo in compagnia d'amici o
quando sono a cena al ristorante. Invece il mio
rapporto con il cibo è ottimo, sono un buon
mangiatore, mi piace tantissimo mangiare, ma
purtroppo non posso mangiare tutto quello che
vorrei, per la mia costituzione tendente ad
ingrassare, io passo tre quarti della mia vita a
dieta, finchè reggo, poi quando non ce la faccio
più mi rifaccio e mangio tutto quello che voglio
mangiare, e poi mi rimetto a dieta e si
ricomincia.
Quando vai in
giro preferisci gustare la cucina regionale, o
hai un tuo standard?
Quando si va in
giro si fa uso di due tipologie di cucina.
Quella veloce, quando hai fretta, a quel punto
te la fai in autogrill, in autostrada, tanto è
tutta uguale. Li non devi mangiare, devi
nutrirti, e quindi quanto vale che ti fermi per
strada, perdi meno tempo. Quando c'è tempo,
allora puoi godere della cucina tradizionale dei
vari posti dove vai a suonare, allora a quel
punto con calma e pazienza ti vai a cercare il
bel ristorante e ti godi una serata con buoni
piatti tradizionali.
Nei prossimi
due mesi sarete ancora in tour, dopo vi
fermerete per finire il vostro prossimo lavoro.
Ce ne vuoi parlare e darci qualche
anticipazione?
Abbiamo già pronto
mezzo disco. Adesso si va in giro e poi ci
fermiamo per fare l'altra metà del disco. Il
disco precedente era un disco rock, ma con molte
influenze elettroniche, molto suonato, ma anche
molto programmato. La direzione che stiamo
prendendo per questo disco è diversa, sarà solo
suonato, poi con il ritorno di Antonio, e la sua
partecipazione alla composizione del disco,
andremo verso una musica sempre potente ed
energica, però più raffinata, sicuramente, più
di ricerca |
A te Gian Luigi
vorrei chiedere, cosa è significato per te
entrare in un gruppo con delle difficoltà
obbiettive iniziali e come hai fatto a proporti
autorevolmente, scacciando i fantasmi e
imponendoti con la tua personalità?
Penso che per
alzarsi bisogna cadere. Il posto che mi ha
proposto Ghigo è un posto molto importante e
molto alto, che era all'inizio veramente al di
la di quello che io riuscissi a vedere. Una cosa
molto difficile, perchè parliamo di qualcuno,
che per 20 anni ha tracciato delle linee
importanti del rock italiano. L'entusiasmo era
fortissimo, l'incoscienza anche. Creare,
formarsi e forgiarsi all'interno di un crogiolo
rock così importante per me è stato
fondamentale. Come si ci riesce? Non lo so, io
penso che l'importante sia credere in se stessi,
nel proprio centro, perchè l'unica cose dalla
quale devi difenderti in questo percorso è lo
sconforto, il sentire magari che non sei come
vorresti in quel momento, a causa magari di
insicurezza. E quindi credere, credere, credere
per poi sentirsi finalmente libero e sentire le
tavole del palco che rispondono come se fossero
un ritmo ai tuoi passi e diventano casa tua.
Con Ghigo ho
iniziato parlando di eno-gastronomia voglio
finire con te con lo stesso argomento. Qual'è il
tuo rapporto con il cibo e il vino?
Il mio rapporto è
un rapporto saporitissimo con tutte e due le
facciate dell'eno-gastronomia. Io sono
originario di Parma ed ho parenti in Liguria,
due terre che ti sanno proporre sapori molto
interessanti, molto forti. Il cibo lo apprezzo
tantissimo, mi piacciono le cose semplici, con
elementi naturali, ma con personalità, quindi
poche cose ma di grande personalità. Come si
suol dire è più difficile fare uno spaghetto
pomodoro e basilico, perchè se lo fai bene lo
senti bene, se invece fai una roba mista piena
di sapori, già puoi mascherare, invece li non
mascheri. Il vino mi piace tantissimo, ed ho un
rapporto bellissimo, perchè è sempre una
scoperta, non me ne intendo granchè, ho amato
subito i vini in toscana, sto imparando ad
apprezzare tanti vini, e scopro sempre di più
che il vino ha qualcosa da darti nel farti
riflettere, mi piace di più la meditazione con
il vino, più che l'esaltazione del gusto durante
il pasto. Quindi mi piace più bermelo per i
fatti miei, fuori dai pasti.
Gian Luigi
Cavalli
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